La contabilizzazione della riattribuzione delle ritenute
di Viviana GrippoÈ noto che le ritenute d’acconto subite possono essere riattribuite dagli associati o soci agli studi associati o società di persone per compensare imposte e contributi.
Si tratta di una possibilità molto interessante soprattutto per gli studi associati che spesso attribuiscono ritenute ai soci per importi superiori alla loro capienza, generando continui crediti verso l’Erario.
L’iter per la riattribuzione delle ritenute è il seguente:
- durante l’anno lo studio associato subisce le ritenute sui compensi che incassa dai propri clienti;
- alla fine del periodo d’imposta le ritenute sono imputate ai soci sulla base della relativa quota di attribuzione del reddito;
- il socio inserisce le ritenute nella propria dichiarazione e le utilizza per azzerare le proprie imposte;
- il socio restituisce allo studio associato l’eventuale eccedenza di credito non utilizzato;
- lo studio utilizza il credito per compensare tributi e contributivi propri;
- lo studio associato eroga al socio un importo in denaro esattamente corrispondente alle ritenute ricevute.
Si ricorda che una volta restituita l’eccedenza, la stessa non potrà più essere nuovamente attribuita al socio.
Le scritture contabili da eseguirsi seguono l’iter identificato; in particolare, dapprima si rileverà, per ogni singola vendita, la nascita del credito verso l’Erario per la ritenuta subita. Si supponga che la parcella contenga onorari per euro 3.957,50, spese ed indennità per euro 197,88, anticipazioni per euro 179,84, cassa per euro 166,22, Iva per euro 907,54 e ritenuta d’acconto per euro 831,08.
La registrazione sarà la seguente:
Diversi a Crediti verso Cliente X 5.408,98
Banca c/c 4.577,90
Ritenute subite su compensi di lavoro autonomo 831,08
Successivamente si provvederà a imputare ai soci le ritenute, poi, seguirà la restituzione delle stesse. Supponiamo che a fine anno l’ammontare delle ritenute subite dallo studio ammonti ad euro 241.660,87 e che i soci utilizzino, per le compensazioni delle proprie imposte, euro 125.599,00.
Si rileva l’ammontare delle ritenute che i soci utilizzeranno lasciando quindi allo studio la parte restante.
Diversi a Ritenute subite su compensi di lavoro autonomo 125.599,00
Socio X c/prelevamenti 25.000,00
Socio Y c/ prelevamenti 77.391,00
Socio Z c/prelevamenti 23.208,00
Si procede quindi all’utilizzazione dei crediti.
Lo studio utilizza il credito per il versamento delle proprie imposte e contributi, che avverrà fino ad esaurimento del credito residuo pari a euro 116.061,00 (241.660,87-125.599,00).
Successivamente al socio andrà liquidata la parte di ritenute lasciate a disposizione dell’associazione. In base all’esempio fatto, considerando un ammontare di ritenute residuo pari ad euro 116.061,00, si registrerà la seguente scrittura:
Diversi a Banca c/c 116.061,00
Socio X c/prelevamenti 23.101,50
Socio Y c/ prelevamenti 71.513,92
Socio Z c/prelevamenti 21.445,58
Si ricorda che non rileva ai fini tributari il modo in cui i soci recuperano il credito da loro vantato, per aver consentito alla società medesima di avocare a sé le ritenute che residuano una volta operato lo scomputo del debito Irpef.
In ogni caso i conguagli in denaro operati tra studio e socio sono di tipo finanziario e non hanno effetti reddituali in capo ad alcuno dei soggetti coinvolti.
Va inoltre sottolineato che il trasferimento delle ritenute deve avere data certa ed è quindi soggetto ad esplicito assenso da parte degli associati.
Quanto all’aspetto dichiarativo, il socio dovrà indicare nel proprio quadro RN le ritenute non utilizzate che intende restituire, mentre lo studio associato le indicherà nel quadro RK. Circa la compilazione dell’F24 il codice tributo da utilizzare è il 6830 denominato “Credito Irpef derivante dalle ritenute residue riattribuite dai soci ai soggetti di cui all’articolo 5 del Tuir”, sezione Erario, indicando quale anno di riferimento quello relativo al periodo di imposta cui il credito sorge.