6 Marzo 2017

La controversa questione della residenza fiscale delle società

di Fabio Landuzzi
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Come abbiamo già avuto modo di commentare in precedenti contributi, il recente documento di Assonime della collana Note e Studi n. 17/2016 evidenzia come nella pratica si osservino talvolta fenomeni accertativi nei confronti di entità estere che svolgono parte della loro attività nel territorio italiano, sulla base di presunti indizi che, a parere dei verificatori, potrebbero innescare presupposti di configurazione di stabili organizzazioni occulte in Italia, oppure fattispecie in cui l’entità legale estera viene riqualificata come residente fiscalmente in Italia. In modo speculare, poi, si assiste a casi in cui imprese estere appartenenti a gruppi residenti vengano invece considerate come residenti in Italia, in forza di una loro presunta sede di direzione ivi ubicata.

In questo contesto, occorre in primo luogo rifarsi al disposto normativo contenuto al comma 3 dell’articolo 73 del Tuir, il quale considera residenti in Italia le società e gli enti che per la maggior parte del periodo d’imposta hanno la “sede legale” o la “sede dell’amministrazione” o “l’oggetto principale” nel territorio dello Stato.

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Fiscalità internazionale: casi operativi e novità
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