La difficile valutazione delle piccole attività commerciali
di Fabio LanduzziQuando nell’ambito di operazioni straordinarie, come può essere il caso della cessione di un’azienda, l’oggetto del negozio giuridico è un’attività di piccole dimensioni quale può essere un esercizio commerciale al dettaglio, può risultare arduo approcciare la valutazione sulla base dei metodi classici normalmente proposti dalla dottrina per la valutazione d’azienda. In queste circostanze mancano infatti i presupposti per l’applicazione ragionevole e ragionata dei canonici metodi di valutazione d’azienda tipicamente diffusi nella pratica professionale.
L’esempio può essere quello della valutazione di un esercizio commerciale di vendita i cui introiti siano in prevalenza relativi a tabacchi, generi di monopolio, stampa quotidiana e periodica, e scommesse. Ovverosia, attività le cui entrate sono per la maggior parte rappresentate da aggi. Nella prassi professionale si fa normalmente ricorso in queste circostanze a metodi reddituali basati su determinate grandezze a cui si applicano i moltiplicatori ritenuti maggiormente adeguati e rappresentativi di una obiettiva misurazione di valore secondo il mercato di riferimento. Tuttavia, anche in queste valutazioni, occorre sottrarsi dal rischio di compiere una valutazione asettica, ossia non tarata sull’attività specifica che costituisce l’oggetto della valutazione stessa; il che significa che il valutatore dovrà comunque considerare il profilo qualitativo dell’azienda rappresentato dal valore ascrivibile all’insegna, al suo nome commerciale, al posizionamento, al radicamento sul territorio, alla fidelizzazione della clientela, ecc..




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