6 Maggio 2019

La governance delle società alla luce del codice della crisi

di Massimo ConigliaroNicla Corvacchiola
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La raccomandazione 2014/135/UE ha indicato al Legislatore italiano uno dei principi ispiratori del nuovo codice della crisi e dell’insolvenza ovvero quello di “consentire alle imprese sane in difficoltà finanziaria di ristrutturarsi in una fase precoce, per evitare l’insolvenza e proseguire l’attività”.

Per tale motivo il Legislatore della riforma ha riformulato l’articolo 2086, comma 2, cod. civ., mediante l’articolo 375 del codice della crisi e dell’insolvenza, sostituendo la rubrica “Direzione e gerarchia nell’impresa” con “Assetti organizzativi dell’impresa” e introducendo un nuovo secondo comma che recita quanto segue: “L’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale”.

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Il nuovo codice della crisi e dell’insolvenza
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