La marcia di Radetzky
di Chicco Rossi
Mi è capitato di imbattermi in libreria in un libro che mi ha incuriosito per due ordini di motivi.
Il primo era l’autore: Joseph Roth, il cui cognome mi rievocava quello del più noto Philip, guru della letteratura americana del ‘900 e autore di libri cult quali “Pastorale americana” e “Il complotto contro l’America”, di cui Chicco Rossi si è prima innamorato, per poi letteralmente rinnegarlo forse a causa di un principio di overdose. Il libro narra la saga della famiglia Trotta le cui fortune iniziano sul campo di battaglia di Solferino (24 giugno 1859) giorno in cui il sergente Joseph, di origini slovene, salva la vita all’imperatore Francesco Giuseppe, divenendo il barone von Trotta di Sipolje, fino alla fine dell’impero asburgico coincisa con la Grande Guerra. Ma Solferino ha segnato una data importante anche per altri motivi, in primis perché rappresenta il primo passo verso quell’unità nazionale di cui abbiamo festeggiato da poco i 150 anni, ma anche perché ha ispirato a Henry Dunant la creazione della Croce Rossa Internazionale.
Il secondo motivo era il titolo, “La marcia di Radetzky” che mi ricordava di quando bambino ascoltavo la Radetzky-Marsch eseguita dai Wiener Philharmoniker al Concerto di Capodanno. Creatore è Johann Strauss padre, il padre del valzer e fu composta in onore del maresciallo Josef Radetzky per celebrarne il ritorno a Milano dopo i moti rivoluzionari in Italia del 1848.
Ecco che allora il percorso di questa settimana si snoderà da quella che rappresenta uno dei gioielli del lago di Garda, Sirmione, patria di quel Gaio Valerio Catullo di scolastica memoria, per addentrarsi nell’entroterra fino a rendere omaggio negli ossari di Solferino e San Martino della Battaglia a quelli che credevano in un ideale che oggi viene rinnegato da chi, in realtà, qualche vantaggio ne ha tratto.
Sirmione si estende su un lembo di terra che si addentra nelle acque del lago di Garda e proprio per la sua caratteristica di essere una propaggine è pedonale, plus indubbio per chi vuole un po’ di quiete dopo gli affollamenti dei Christkindlmarkt. La vista è incantevole, soprattutto dopo queste prime spruzzate di neve che hanno imbiancato le Prealpi, panorama che non ha nulla da invidiare a quello di manzoniana memoria (“Quel ramo del lago di Como , che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti …”).
Dopo una breve visita a quel che resta della villa ove il poeta soggiornò nei periodi di distacco da Roma (ben noto è il suo distacco dalla vita politica: “Nil nimium studeo, Caesar, tibi velle placere / nec scire utrum sis albus an ater homo”) è giunto il momento, prima di rilassarsi incredibilmente immersi nelle piscine delle note Terme di Sirmione, le cui acque sono consigliate per risolvere problemi respiratori, sorseggiando un buon Lugana ghiacciato, andare a visitare chi porta alto il nome di questo vino.
Destinazione Lugana presso l’azienda agricola Ca’ dei Frati di Igino Dal Cero che con sapienza e amore produce un vino sorprendente quale è il Brolettino (termine diffuso nell’Italia settentrionale che sta a significare un orto o un frutteto per lo più cinto da muro o siepe) ottenuto al 100% da uve Turbiana. Al naso evidenzia sentori di frutta matura, pesche, mele gialle, rose carnose con note fresche e balsamiche. Il palato viene avvolto da un attacco deciso mantenendo tutta la sua freschezza ed eleganza. Vi è una fusione di note morbide con quelle più vive e fresche. La struttura piena è accompagnata da un’acidità tesa e dalla caratteristica sapidità che puliscono completamente il palato lasciandolo invaso di profumi delicati. I suoi abbinamenti ideali sono con le zuppe invernali, legumi e paste con sughi bianchi, carni bianche, formaggi di media stagionatura. Un prodotto dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.
Dopo il guadagnato relax in ammollo nelle calde acque termali, ci aspetta, perché i piaceri della vita bisogna guadagnarli, una giornata al’insegna del golf, destinazione Chervò Golf in Località San Vigilio a Pozzolengo. In realtà, il motivo per cui la nostra scelta cade su questa club house, sebbene il basso lago di Garda sia ricco di strutture golfistiche, è che a poca distanza vi è la cantina Bulgarini, seconda tappa e penultima tappa di questa nostro peregrinare verso luoghi storici. Ma prima di chiudere il nostro percorso che questa volta è solo enologico è giusto rendere omaggio a coloro che hanno combattuto per l’indipendenza italiana, perché le battaglie di Solferino e di San Martino della Battaglia, si inseriscono nel contesto della II Guerra di Indipendenza italiana in cui le forze del Regno di Sardegna, guidate da Vittorio Emanuele II, alleate ai francesi di Napoleone III, sconfissero gli Austriaci, guidati dall’Imperatore Francesco Giuseppe. La battaglia vide il coinvolgimento di ben 230.000 uomini e si concluse a Solferino con la presa della Rocca, meglio conosciuta come la “Spia d’Italia” per la sua posizione dominante.
San Martino si contraddistingue per la torre, che rappresenta un monumento nazionale, alta 74 metri, eretta per onorare la memoria di Vittorio Emanuele II e di coloro che hanno combattuto per l’indipendenza e l’Unità d’Italia nelle guerre dal 1848 al 1870 e che fu inaugurata il 15 ottobre 1893.
Non ci resta che prendere la strada del ritorno direzione casello autostradale di Peschiera del Garda, ma prima di imboccare la lunga lingua di asfalto bisogna passare a comprare un vino degno di essere usato per un brindisi in onore dei caduti per l’indipendenza italiana. Ci stiamo riferendo al Sansonina un Igt dell’omonima azienda, prodotto con uve merlot. Dal colore rosso rubino intenso, con un profumo ricco e compatto, ampio e complesso. Si trovano note di frutta rossa matura, di confettura di prugna, di ciliegia, mirtillo, cacao e ha un sapore pieno, caldo e corposo, giusto quello che ci vuole per dare calore ai nostri cuori. E proprio riallacciandoci al “Cuore” un prossimo viaggio che ci riproporremo è quello alla scoperta della terra che diede i natali al misterioso Tamburino sardo.