19 Novembre 2019

La prima regola dell’arredamento è che si possono infrangere quasi tutte le altre regole. (Billy Baldwin, designer)

di Procomfort, ufficio comunicazione
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Scordiamoci le scrivanie con il piano in vinile e due colonne di cassettiere ai fianchi a delimitare un posto di lavoro sacrificato in 60/70cm di larghezza per inserire le gambe, poggiate su una seggiola di legno senza ruote e resa meno scomoda da un cuscino portato da casa. E quei tristi manicotti neri utili a non sporcare le maniche della camicia con gli schizzi della penna che veniva intinta nel calamaio con l’inchiostro, come succedeva al co protagonista del “Canto di Natale” di Charles Dickens e che fino agli anni 80 dello scorso secolo si trovavano ancora anche in Italia.

Poi ci si è resi conto che lavorare in ufficio per 8 ore al giorno voleva dire passare un terzo della giornata in una posizione innaturale: la postura ottimale sarebbe quella sdraiata e, in seconda ipotesi quella seduta.

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