La progressiva estinzione del modello F24 cartaceo
di Giovanni Valcarenghi
Ricordo che, quando muovevo i primi passi della professione, il saggio Silvio Moroni – quando si parlava di modalità di assolvimento delle imposte (allora esistevano ancora le esattorie…) – affermava che l’unica questione degna di nota era il formale atto del pagamento, anche se il medesimo fosse avvenuto con modalità non consone a quelle indicate.
Era un ragionamento di estremo buon senso, che dava conto dell’aspetto sostanziale del problema: il contribuente aveva assolto il proprio debito e pareva difficile potergli chiedere altro, tanto più se le somme erano state in qualche modo incamerate dall’Erario. Questo buon senso è stato ormai accantonato, forse anche per le esigenze di automatizzazione sempre crescenti ed il proliferare dei codici tributo.
In tema di versamenti, va ricordato che, sino al prossimo 30 settembre, possiamo ancora contare su una canonica bipartizione: i titolari di partita IVA devono effettuare il versamento telematico, mentre i privati cittadini possono pagare con il modulo cartaceo.
Dal successivo 1° ottobre 2014, invece, anche i privati dovranno confrontarsi con la tecnologia, posto che, in talune ipotesi, scatta l’obbligo di versamento telematico anche per loro; peraltro, le novità sono impostate in modo da generare obblighi differenziati.
In particolare:
- per deleghe in compensazione integrale, con saldo zero, il modello deve essere spedito solo con sistema Entratel o FiscoOnLine, quindi utilizzando comunque una piattaforma dell’Agenzia delle Entrate;
- per deleghe con compensazione parziale, con un saldo a debito, il modello deve essere spedito telematicamente, ma è ammesso anche il sistema di remote banking messo a disposizione dalla propria banca;
- per deleghe a debito, con saldo superiore a 1.000 euro, il modello deve essere spedito telematicamente, ma è ammesso anche il sistema di remote banking messo a disposizione dalla propria banca.
Per dirla in modo eufemistico, non è una passeggiata per soggetti che non hanno dimestichezza con i concetti di compensazione o di saldo a debito, né, tantomeno, vi è sempre la predisposizione e la disponibilità di mezzi tecnici per effettuare una abilitazione al servizio telematico delle Entrate.
E allora che fine fa la vecchia delega cartacea? Tranquilli, sopravvive, ma solamente per i pagamenti di importo non superiore a 1.000 euro.
Quali siano le ragioni che hanno spinto a realizzare tale intervento è presto detto: meno modelli di pagamento transitano dal canale bancario, meno sono le somme attribuite a tale sistema. Inoltre, nel caso delle compensazioni, l’utilizzo del canale dell’Agenzia consente una disponibilità più celere dei dati e delle informazioni, utile per prevenire eventuali indebiti utilizzi dei crediti.
Vedremo se, con il tempo, ci si adatterà anche a questa nuova “moda”; al momento resta da considerare che l’intervento non è limitato ai versamenti delle sole dichiarazioni dei redditi, ma a qualsiasi pagamento che transita su F24 (tributi locali, contributi previdenziali, ecc.).
Che succede, dunque, se vi sono degli errori? Il problema è già di attualità per i titolari di partita IVA ma non vi è mai stata una presa di posizione ufficiale; come detto in apertura il debito è saldato, casomai si tratterà di discutere della applicazione di una sanzione residuale di 258 euro (riducibili). Ove così fosse, speriamo che vi sia una applicazione ragionata di tali sanzioni, teoricamente riferibili anche ad una delega in compensazione, ad esempio, di 20 euro. Forse sarebbe meglio che fosse il sistema stesso a “rifiutare” il pagamento, in modo che il contribuente sia guidato verso la soluzione corretta.