La settimana finanziaria
di Direzione Finanza e Prodotti - Banca Esperia S.p.A.Andamento dei mercati
Europa
Dopo diverse settimane in positivo, prima settimana di ribassi per i listini europei, listini che restano influenzati sia dalle trimestrali societarie sia dai verdetti delle banche centrali americana e giapponese, quanto dagli andamenti delle commodities e del petrolio che, sostenuti dalla debolezza del dollaro, hanno consolidato a inizio settimana il recupero in prossimità dei massimi dell’anno. Tra le discussioni in corso, torna sul tavolo il tema della Grecia: secondo quanto dichiarato da un portavoce di Dijsselbloem, si terrà lunedì 9 maggio, nel pomeriggio, un vertice straordinario dell’Eurogruppo, con l’obiettivo di arrivare all’intesa. Come spiegato da Moscovici, Atene e i suoi creditori internazionali sono ormai vicini ad un pieno accordo sulle riforme previste dal piano di bailout, necessarie alla conclusione positiva della verifica sul programma; ma resta da lavorare su una serie di misure di salvaguardia, da far entrare in vigore solo nel caso in cui il paese non riesca a centrare gli obiettivi di bilancio stabiliti. Arrivano, inoltre, alcuni pronunciamenti interessanti, a mercati chiusi, da parte delle agenzie di rating. S&P fornirà la propria valutazione sul Regno Unito, mentre entra nel vivo la campagna per il referendum sulla Brexit (si parte da una valutazione ‘AAA’, con outlook negativo). Da seguire anche Dbrs sul Portogallo: con un rating ‘BBB (low)’, con outlook stabile, è l’unica agenzia che al memento mantenga Lisbona all’ultimo gradino dell’investment grade. In arrivo anche il pronunciamento di Dbrs sulla Francia (‘AAA’, outlook negativo).
Stoxx Europe 600 -1.10%, Euro Stoxx 50 -2.22%, Ftse MIB +1.07%
Stati Uniti
Per la maggior parte negativi gli indici statunitensi, dopo aver toccato i massimi di periodo nelle ultime settimane, nei giorni del meeting di politica monetaria della Federal Reserve. In crescita la volatilità su alcuni titoli specifici, oggetto dell’attenzione dei mercati in seguito ai risultati trimestrali: per citare alcuni nomi, mercoledì crollano in borsa le azioni Apple in seguito al brusco calo registrato dalle vendite di Iphone, Twitter perde oltre il 16% e Boston Scientific sale di più dell’11%. A pesare sui listini, in particolare, anche una serie di dati macro inferiori al consensus, in particolar modo il tanto atteso Pil del primo trimestre, che secondo la maggior parte degli analisti avrebbe confermato quanto già annunciato da molti economisti, ossia il rallentamento della crescita statunitense. Il +0.5% effettivo, al di sotto delle attese per +0.7%, si conferma, infatti, come il più debole tasso di crescita trimestrale degli ultimi due anni, in brusco calo rispetto al precedente +1.4%. Sempre in riferimento al Q1, l’indice dei prezzi Pil sale dello 0.7% rispetto all’atteso +0.5%, mentre i consumi personali crescono dell’1.9% a fronte del consensus a +1.7%. Guardando alle altre indicazioni macro di rilievo, restano in linea con le attese i dati settimanali sui sussidi di disoccupazione, con le nuove richieste a 257k unità e le richieste continue a 2130k unità; con riferimento al mercato immobiliare, la vendita di nuove abitazioni scende a marzo per il terzo mese consecutivo, attestandosi in ribasso mensile dell’1.5%, a 511k unità. Per concludere, a termine del suo usuale meeting di 2 giorni, la Banca Centrale ha optato per mantenere invariati i tassi di interesse nel range 0.25% -0.50% e, pur lasciando la porta aperta ad una eventuale stretta monetaria a giugno, ha implicitamente lasciato intendere di non avere fretta di procedere ad un altro ritocco dei tassi verso l’alto dopo quello dello scorso dicembre. Nello statement rilasciato dopo la fine dell’incontro, la Fed ha dichiarato inoltre che il mercato del lavoro US rimane solido, che i target di inflazione restano invariati e che sarà necessario mantenere l’attenzione ancora alta sulle turbolenze economiche e non che permangono a livello globale.
S&P 500 -0.75%, Dow Jones Industrial -0.84%, Nasdaq Composite -2.84%
Asia
I mercati asiatici si muovono anch’essi in negativo questa settimana. In particolare per i mercati cinesi il focus è rivolto ad alcune trimestrali, la cui debolezza pesa sui listini, in particolare in riferimento al settore tecnologico, e sul generale clima di incertezza legata al reale stato di salute dell’economia. La settimana del Giappone, invece, è caratterizzata dal clima di attesa legato alla riunione di politica monetaria della Bank of Japan. Nonostante le attese dei mercati fossero per un ulteriore rafforzamento della politica monetaria espansiva, con il potenziale aumento degli acquisti di bond governativi, la BoJ ha inaspettatamente mantenuto le misure di stimolo inalterate. Sembra così chiaro che il governatore, Haruhiko Kuroda, e i suoi colleghi vogliano prendersi più tempo per comprendere gli effetti dei tassi in negativo sull’economia. Per il momento, quello che è certo è che l’inaspettato attendismo ha portato lo Yen a rafforzarsi e ad entrare nuovamente in zona 108 nei confronti del dollaro, influenzando così negativamente tutti i settori dell’economia, e pesando ulteriormente anche sui mercati del partner commerciale cinese. Infine, negativa l’Australia, che risente dell’andamento dell’inflazione: il CPI cala dello 0.2% nel trimestre, facendo così presumere ulteriori stimoli da parte del governatore della RBA, Glenn Stevens.
Nikkei -5.16%, Hang Seng -1.86%, Shangai Composite -0.71%, ASX +0.30%
Principali avvenimenti della settimana
Per la zona euro, i principali dati della settimana a livello macro riguardano Pil e inflazione. Per l’Italia, il focus resta su inflazione e tasso di disoccupazione. In merito ai principali avvenimenti della settimana, secondo alcuni fonti, sembra che la Commissione Europea stia considerando sanzioni su Spagna e Portogallo per il mancato rispetto degli obiettivi di riduzione del deficit. Bruxelles potrebbe tuttavia raccomandare sanzioni solo simboliche, praticamente a zero, e concedere più tempo per il raggiungimento dei target, in modo da rafforzare la pressione politica al risanamento dei conti senza però pesare ulteriormente su paesi finanziariamente già in difficoltà. Per quanto riguarda, invece, il tema dei rapporti tra Italia e Germania, ad attirare l’attenzione è stato l’intervento all’ambasciata tedesca a Roma del numero uno della Bundesbank Jens Weidmann, che ha insistito sulla necessità di procedere, quanto prima, all’elaborazione di una norma che eviti la concentrazione dei governativi di un singolo Paese nei bilanci delle banche, norma respinta per il momento all’Ecofin dello scorso sabato. Guardando all’Italia, nel tardo il pomeriggio di oggi, il Consiglio dei ministri dovrebbe essere chiamato ad approvare le nuove regole per accelerare il recupero dei crediti bancari e sul rimborso degli obbligazionisti colpiti nel salvataggio dei quattro istituti alla fine dello scorso anno.
Sul fronte societario italiano, il newsflow è ancora una volta incentrato sul settore finanziario e sul tema banche: il Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio è chiamato ad approvare nuove regole sul rimborso degli obbligazionisti colpiti dalla risoluzione di quattro banche, lo scorso, anno e per accelerare il recupero dei crediti bancari, dice una fonte del governo. Il valore di cessione delle quattro banche salvate scende di € 400 mln circa per effetto di nuovi oneri di ristrutturazione necessari a garantire una redditività soddisfacente dei nuovi istituti in vendita. Azimut ha dato vita ad un’operazione call con sottostante azioni della società con un prezzo di esercizio a € 30 per azione e la durata di 4 anni: hanno deciso di partecipare all’operazione 114 aderenti al patto di sindacato su Azimut, tra dirigenti, consulenti e manager di rete, per un importo complessivo di € 4.6 mln; già a inizio settimana, il management si è detto fiducioso di ricevere a breve il nulla osta da Banca d’Italia per la fusione, volta tra le altre cose ad escludere Azimut dall’applicazione della CRDIV. Il via libera di Banca d’Italia è poi arrivato ieri: la scissione con incorporazione di Azimut Consulenza SIM in Azimut Capital Management SGR è il penultimo passaggio della riorganizzazione del gruppo che porterà alla cancellazione dall’albo delle Sim e a rendere pienamente disponibile la cassa. Nelle telecomunicazioni, Telecom Italia ha nominato vice presidente l’AD di Vivendi Arnaud De Puyfontaine. Il gruppo sta, inoltre, realizzando un approfondimento dei conti in seguito all’ingresso del nuovo AD Cattaneo e ha deciso di spostare il Cda per l’approvazione dei risultati dal 5 al 13 maggio. Secondo La Repubblica, la settimana di tempo servirà per definire anche l’acquisto di Metroweb con la contestuale cessione di una quota di Sparkle e discutere della vendita delle torri di Inwit per cui la società starebbe raccogliendo le nuove offerte vincolanti. Guardando all’Europa, sottolineiamo alcune trimestrali degne di nota, in prims guardando alle azione del settore energia. Per il secondo trimestre consecutivo, il colosso inglese British Petroleum pubblica una trimestrale in rosso, con una perdita netta di $ 485 mln, e un calo dell’80% annuo nei ricavi core; la società dichiara che l’obiettivo a breve termine è quello di riequilibrare i flussi di cassa. Nel farmaceutico, migliore del consensus i risultati di Bayer, con utile netto in rialzo del 13% nel Q1, grazie ai farmaci da prescrizione e a quelli per animali. Inoltre, secondo alcune fonti, il colosso svizzero Novartis sarebbe intenzionato a cedere una quota da 13.5 mld di franchi svizzeri di partecipazione nella rivale Roche, di cui è arrivata a possedere il 33% delle azioni in vista di una possibile fusione, mai materializzatasi. Nelle assicurazioni, Swiss Re, secondo riassicuratore mondiale, ha comunicato, per il primo trimestre del 2016, il declino dei profitti netti da $ 1.4 mld a $ 1.2 mld: la società ha dichiarato di aspettarsi per tutto il 2016 difficili condizioni di mercato. Nel bancario, la seconda maggiore banca spagnola, BBVA, ha riportato un calo degli utili netti del 54% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, causato soprattutto dal minor capital gain e dal deprezzamento delle valute emergenti. Rilevante, infine, la pressione sul titolo Thyssenkrupp dopo la perdita di un’importante commessa in Australia: il governo australiano ha scelto per la costruzione di alcuni sottomarini di prossima generazione dal valore complessivo di $ 40 mld il colosso francese delle navi da difesa Dcns, parte della galassia del gigante Thales, rigettando le offerte provenienti da Germania e Giappone.
Nonostante sia ancora in pieno svolgimento la stagione delle trimestrali, ad attirare l’attenzione negli Usa alcune grandi operazioni di M&A, in parte nuove in parte già in svolgimento da diversi mesi. Per quanto riguarda queste ultime, DuPont ha dichiarato di aspettarsi, entro la fine di giugno, il via libera da parte delle autorità US per la fusione con Dow Chemical, in riferimento al deal annunciato a dicembre che creerà una nuova società valutata circa $ 130 mld, primo passo per la successiva separazione in tre diverse entità. Per soddisfare le richieste delle autorità antitrust UE e poter procedere ad una fusione da £ 4.43 mln, invece, i due principali produttori mondiali di lattine, Ball e Rexam, fornitori di Coca-Cola e Anheuser-Busch InBev, hanno perfezionato la cessione di circa 22 impianti di produzione alla rivale Ardagh Group per $ 3.42 mln. Il Dipartimento di Giustizia Us ha poi approvato l’offerta di Charter Communication per acquisire Time Warner Cable e Bright House Network, rispettivamente per $ 78 mld e $ 10.4 mld: la nuova società, dal nome New Charter, diventerebbe così il secondo maggiore fornitore di servizi a banda larga e il terzo di servizi video del paese. Tra le nuove operazioni, spiccano nel medicale le proposte di acquisizioni annunciate da Abbott Laboratories e Sanofi. Abbott Laboratories ha annunciato, infatti, l’intenzione di acquisire St. Jude Medical per $ 25 mld, provando a espandersi negli apparecchi cardiaci per competere con maggiore efficacia coi principali rivali Boston Scientific e Medtronic; gli investitori sono comunque scettici sulle sinergie ipotizzate dal management che, parallelamente, cerca di acquisire anche la diagnostica Alere per $ 5.8 mld. Nel settore si apre anche un’operazione intercontinentale con Sanofi che annuncia l’acquisizione della società specializzata in farmaci per il cancro Medivation per $ 9.3 mld: gli investitori ipotizzano però alcune difficoltà motivate dal rifiuto del management di Medivation. Nel settore media, infine, Comcast acquisirà Dreamworks per $ 3.8 mld, cercando così di espandere il catalogo di prodotti dedicati alla famiglia. L’editore di Usa Today, Gannett, punta, invece, ad acquisire Tribune Publishing, gruppo proprietario di undici testate, per circa $ 815 mln: dopo il rifiuto di quest’ultima ad aprire una trattativa, Gannett ha reso note le proprie intenzioni con una lettera pubblica. Tornando alle trimestrali, il calo delle vendite di Iphone pesa sui risultati e sui corsi del titolo Apple in borsa, mentre i risultati di Facebook hanno superato le attese degli analisti, grazie al successo dell’applicazione mobile e alla penetrazione dei video tra gli utenti. Tra le altre principali società che hanno riportato, P&G pubblica risultati contrastati, mostrando da una parte utili migliori del consensus, grazie ad azioni di taglio costi e ad un incremento dei prezzi dei prodotti, dall’altra vendite ancora in calo per il settimo trimestre consecutivo. Nel farmaceutico, Eli Lilly riporta entrate in calo, penalizzate dalle importanti spese sostenute per la ricerca, ma annuncia vendite migliori del consensus, grazie ai suoi nuovi farmaci per il trattamento di diabete e cancro. Anche Bristol—Myers Squibb supera le attese, grazie alla forte domanda per i prodotti oncologici, permettendo al management di alzare la guidance 2016, così come Boston Scientific che, grazie ai nuovi prodotti legati a disturbi cardiaci, bilancia il calo della divisione pace maker e permette al management di alzare la guidance sui ricavi 2016. Nel settore, desta interesse il cambio ai vertici di Valeant Pharmaceuticals, che ha strappato alla rivale Perrigo il suo amministratore delegato Joseph Papa, con lo scopo di rimettere ordine dopo un periodo tumultuoso iniziato lo scorso autunno, quando la società era stata accusata di aver creato una rete di farmacie fantasma per fare registrare ricavi di prodotti che non aveva venduto; Valeant non ha ancora pubblicato il bilancio 2015 e il titolo ha perso oltre l’85% del suo valore dallo scorso agosto. Nel settore auto, Ford supera le attese degli analisti grazie alla forte domanda di veicoli commerciali e camion negli Stati Uniti e una generale ripresa della domanda in Europa, tuttavia avvertendo che la seconda metà dell’anno potrebbe non essere così forte. I risultati di UPS sembrano confermare una ripresa dell’e-commerce americano che, congiunta alle azioni di taglio costi, controbilancia il rallentamento del settore tradizionale e permette al management di mantenere la guidance 2016. Infine, da notare come Exxon Mobil, il più grande gruppo energetico quotato al mondo, abbia subito, per la prima volta in 70 anni, un downgrade nel suo merito di credito da parte di S&P, che abbassa il giudizio da “AAA” a “AA+”.
Dal punto di vista macro delle economie asiatiche, numerose le indicazioni macro provenienti dal Giappone. Per iniziare, a marzo i prezzi al consumo sono scesi dello 0.3% su anno, al ritmo più intenso da un triennio, a fronte al -0.2% delle attese. L’indice dei prezzi dell’area Tokyo di aprile, che anticipa la dinamica nazionale, segna una flessione annua dello 0.3%, in linea con il consensus. Migliore del previsto il rimbalzo della produzione industriale che, a marzo e secondo i dati preliminari, è cresciuta di 3.6% su mese dal -5.2% del mese precedente. In lieve calo, infine, il tasso di disoccupazione, che scende a 3.2% da 3.3% di febbraio, mentre le vendite al dettaglio sono calate dell’ 1.1% su anno dopo +0.4% di febbraio. Importante sottolineare come, nel corso del meeting di politica monetaria della BoJ, che si è concluso senza novità sostanziali, l’Istituto abbia però rivisto al ribasso le proprie stime trimestrali su crescita e prezzi, posticipando di sei mesi, tra il 2017 e il 2018, il momento in cui ritiene verrà raggiunto il target d’inflazione al 2%. Ora l’interesse della comunità finanziaria sembra orientato sul primo ministro Shinzo Abe e sull’incontro del G-7 del prossimo mese, da cui si potrebbero avere interessanti informazioni sulle manovre che il Giappone intende realizzare; quello che risulta probabile è vedere un rinvio dell’incremento della tassa sulle vendite.
Appuntamenti macro prossima settimana
USA
Prossima settimana focus sul mercato del lavoro negli USA, con tasso di disoccupazione atteso stabile e variazione dei posti di lavoro attesa a 200k unità per aprile, in lieve calo rispetto alle 215k unità registrate a marzo. In arrivo i valori finali di marzo per ordini di beni durevoli e ordini di fabbrica, nonché i valori finali di aprile degli indici Markit Pmi Manifatturiero, Composto e Servizi.
Europa
Settimana abbastanza povera di dati macro per l’Eurozona: anche qui saranno resi noti durante la settimana i valori finali di aprile degli indici Markit Pmi Manifatturiero, Composto e Servizi. Disponibili inoltre le vendite al dettaglio su base mensile e annuale di marzo e la lettura del PPI.
Asia
In arrivo sia dalla Cina che dal Giappone la prossima settimana le letture degli indici Pmi Manifatturiero, Composto e Servizi di aprile. In merito al mercato automobilistico giapponese, sarà inoltre disponibile il valore delle vendite di veicoli anno su anno. Il prossimo venerdì, in tema di politica monetaria, sarà la volta dei pronunciamenti della Banca Centrale Australiana.
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