La settimana finanziaria
di Direzione Finanza e Prodotti - Banca Esperia S.p.A.a cura della Direzione Investment Solutions – Banca Esperia S.p.A.
Asia molto positiva, Europa in Stand-By, America negativa
I mercati americani hanno corretto questa settimana, influenzati dalla volatilità innescata dall’intervento di Janet Yellen, nonostante una serie di dati macroeconomici piuttosto positivi. Ha pesato, forse in modo più incisivo, la preoccupazione in merito ai contrasti geopolitici: gli analisti cominciano ora ad interrogarsi su quali potranno essere gli impatti sull’economia globale delle sanzioni che verranno sicuramente imposte alla Russia, soprattutto dopo l’intervento dai toni ben poco concilianti del Presidente Obama.
Dow -0.41 %, S&P -1.23%, Nasdaq -3.54%.
I mercati asiatici si dimostrano in settimana i migliori performer, grazie al recupero soprattutto degli esportatori e all’atteggiamento concreto e pragmatico del Governo Cinese. L’indice China Enterprise continua la propria corsa. Il Giappone reagisce bene ai numeri americani e al rapporto Dollaro Yen.
Nikkei +3.32%, Hang Seng +3.02%, Sidney +0.54% , Shanghai -0.29%.
Più contenuta la performance degli indici europei, con l’Eurostoxx 50 che ha mostrato questa settimana un rialzo dello +0.37. Gli interventi di Draghi e del Presidente della Bundebank hanno indubbiamente aiutato il mercato a galleggiare. Anche la serie di dati Macro pubblicati in settimana ha contribuito alla stabilizzazione dei mercati continentali.
Il Dollaro questa settimana si è mosso all’insegna di una volatilità moderata, che contro Yen lo ha mantenuto in un canale orizzontale delimitato dai livelli di 101.9 e 102.4.
Si è invece rafforzato contro Euro, facendo segnare un livello massimo vicino ad 1.37.
L’atteggiamento di BCE e Bundesbank ha propagato il proprio effetto positivo non solo sul Bund, ma anche sui titoli periferici, le cui curve hanno visto un notevole calo dei rendimenti, focalizzato soprattutto sui tratti intermedi. Al momento il differenziale tra Bund e BTP decennale sembra essere stabilmente posizionato a 180 Basis Point.
Si attenua la tensione in Cina. America frenata da dinamiche interne
Negli Stati Uniti gli indici hanno mostrato una debolezza che sembra solo in parte spiegabile con le tensioni geopolitiche, ma che deriva soprattutto dalle considerazioni che gli analisti hanno cominciato a fare dopo l’intervento che ha delineato la scorsa settimana un atteggiamento della Federal Reserve sicuramente meno accomodante di quanto previsto. Uno spunto di riflessione per i mercati è stato indubbiamente il risultato anche degli Stress Test: la Fed boccia cinque banche, fra queste Citigroup. Superano gli esami in 25, anche se Goldman Sachs e Bank of America hanno passato il test solo dopo aver ridotto le iniziali richieste per la distribuzione di capitale agli azionisti con buyback e dividendi. Oltre a Citigroup sono state bocciate Zions Bancorp e le divisioni americane di HSBC, Royal Bank of Scotland e Banco Santander. In termini di dati Macro la lettura del GDP è risultata seppur di poco inferiori alle attese ma, andando ad esaminare la suddivisione del dato, i consumi, vero motore dell’economia USA, risultano meglio delle attese, così come la pubblicazione dei Jobless Claims. Gli ordini di beni durevoli devono essere come al solito depurati della componente Aerospace (basta un ordine notevole per Boeing da parte di qualche Compagnia aerea, per spostare in modo radicale al rialzo la rilevazione dei dati federali) e anche questo mese un dato che sembra notevole, +2.2% vs attese per +0.8%, risulta in realtà, depurato dalla parte trasporti, più debole di quanto atteso, -1.3% vs +0.5%. Alcuni analisti continuano a indicare le avverse condizioni metereologiche come causa principale, ma per un dato come questo è complesso determinarne l’impatto.
Il mercato, con il processo di Tapering che ormai sembra essere passato in secondo piano, comincia a concentrarsi su quanto potrebbe emergere dall’inizio della Reporting Season relativa al primo trimestre del 2014. Durante la settimana il Nasdaq ha corretto più degli altri indici soprattutto a causa del nervosismo relativo alle Internet Stocks, successivo al flop di KDE, come sotto riportato.
La settimana per i mercati asiatici si è dimostrata piuttosto positiva, nonostante una serie di numeri, provenienti dalla Cina che hanno evidenziato la possibilità di un rallentamento dell’economia di Pechino. Hanno deluso sia i PMI ufficiali, sia quelli pubblicati da HSBC e da Markit, sia, in ultima analisi, la crescita degli utili delle aziende industriali. Tutti questi dati però sembrano già essere stati scontati nella decelerazione degli indici delle scorse settimane, ma, secondo alcuni analisti, è stato soprattutto l’approccio del Governo a determinare la dinamica degli indici. In effetti il Premier Li ha stigmatizzato che, in caso di necessità, il Governo Cinese ha piena disponibilità di mezzi e strumenti per riportare lo sviluppo economico sul tracciato delineato dal Partito al termine del Plenum di due mesi fa che, a questo punto sembra essere stato il vero punto di svolta della Cina nei confronti della marcia di avvicinamento al libero mercato. Non stupisce quindi, secondo molti commentatori, che l’indice che ad Hong Kong sintetizza il valore delle quotazioni dei cosiddetti titoli della Madrepatria sia risultato essere in Asia uno dei Best Performer della settimana. Il mood positivo è stato soltanto parzialmente intaccato dalla volatilità sulle Internet Stocks, generata dell’insuccesso a Wall Street della quotazione di King Digital Entertainment, progettisti del famoso gioco per smartphone “Candy Crush”, che, nonostante sia avvenuta a sconto rispetto ai principali concorrenti, non ha pienamete convinto. Tutti gli indici del Far East, soprattutto quelli dominati dagli Exporters, come Tokyo, hanno tratto notevole beneficio dai dati positivi relativi all’economia americana. Inoltre il mercato si aspetta che a fronte dell’aumento dell’IVA in Giappone il mese prossimo, il governo possa implementare qualche manovra di supporto.
Gli indici europei hanno mostrato una sostanziale tenuta, dopo aver iniziato debolmente la settimana, nonostante le note positive di un PMI Index stabile e ben strutturato in termini di industria e servizi, ma che ha mostrato una netta accelerazione della componente francese, per la prima volta dopo parecchie rilevazioni e una decelerazione di quella tedesca. Inoltre un fattore da tenere presente per le dinamiche politiche europee è indubbiamente il risultato delle elezioni in Francia, con l’affermazione nettamente superiore alle previsioni del Front National. Il sentiment è stato poi migliorato dalla pubblicazione di un IFO Index migliore delle attese e da una serie di affermazioni del Presidente della Bundesbank che, in una intervista, ha dichiarato che “sebbene tassi di deposito negativi siano una misura senza precedenti, sembrano una soluzione migliore di altre per contrastare gli effetti sull’inflazione di un apprezzamento eccessivo della divisa”. In secondo luogo ha anche aggiunto che il Quantitative Easing non è da considerare fuori discussione.
Il calendario Macro sarà focalizzato sul Labor Report
La prossima settimana vedrà l’attenzione degli operatori rivolta soprattutto all’analisi dei dati sul Labor Report, che verranno , come di consueto, pubblicati il primo Venerdì del mese. Particolare rilievo verrà dato all’impatto delle condizioni atmosferiche avverse sui numeri dell’occupazione. Faranno da corollario la ISM, entrambe le versioni, manifatturiera e servizi, i Factory Orders ed il Chicago Purchasing Manager Index.
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