12 Novembre 2016

La settimana finanziaria

di Direzione Finanza e Prodotti - Banca Esperia S.p.A.
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Executive Summary

Sui mercati finanziari la scorsa settimana è stata naturalmente dominata dal clima di cautela precedente le elezioni presidenziali statunitensi e successivamente dalle reazioni globali all’inattesa vittoria di Donald Trump. A fare le spese dell’esito sono stati nella chiusura di mercoledì sera i mercati asiatici: il Nikkei ha perso oltre il 5% e i tassi di cambio hanno registrato una forte volatilità. Dalla successiva apertura delle borse europee, mercoledì mattina, la situazione si è repentinamente normalizzata a livello mondiale. Gli investitori hanno iniziato a scontare aspettative di una politica fiscale più espansiva e con effetti potenzialmente inflattivi, derivante dal piano di rilancio infrastrutturale che Donald Trump promette di mettere in atto. Il fenomeno è stato ben fotografato dall’aumento delle aspettative di inflazione a cinque anni per i prossimi cinque anni negli Stati Uniti, che hanno riportato un rialzo marcato toccando 2.5%. Le rinnovate aspettative inflazionistiche hanno influito pesantemente sui rendimenti dei titoli di stato. Sia negli Stati Uniti sia nell’area dell’euro si è assistito ad un forte aumento dei tassi di interesse. Il decennale statunitense ha superato 2.1% e si muove verso la soglia del 2.2%, sulla scia dei tassi sul Treasury americano, lo stesso è successo anche ai tassi sul Bund e conseguentemente sui BTP. Viceversa, gli indici azionari statunitensi hanno beneficiato del risultato inatteso delle elezioni. Il Dow Jones ha toccato nuovi massimi, con i titoli del settore industriale, della difesa e della sanità a beneficiare maggiormente. In questo scenario le aspettative per il prossimo meeting di dicembre della Federal Reserve non si sono modificate e permangono attualmente pari all’ottanta percento. Secondo il presidente della Federal Reserve di San Francisco, Williams, un percorso di rialzi graduali dei tassi di interesse è sensato come prima ed è necessario ribadire la neutralità e l’indipendenza della banca centrale.  Sempre in tema di politica monetaria intanto, si legge dalle minute del più recente meeting della Bank of Japan il disaccordo presente nel board circa l’importanza di mantenere invariato il ritmo degli acquisti di titoli di Stato: questa posizione sottolinea sostanzialmente la difficoltà – in primis tra gli stessi membri del comitato – di modificare il focus della politica monetaria dall’importo degli acquisti al livello dei tassi di interesse.

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