26 Novembre 2016

La settimana finanziaria

di Direzione Finanza e Prodotti - Banca Esperia S.p.A.
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Executive Summary

Settimana di moderati guadagni per le borse a livello globale, con i listini americani che guidano il trend al rialzo e il Dow Jones che supera per la prima a volta la soglia dei 19000 punti. Continua la risalita dei rendimenti obbligazionari e il contestuale rafforzamento del dollaro: degna di menzione il  l’asta dei titoli a sette anni, che ha registrato il massimo di rendimento da settembre 2014 e una sottoscrizione record da parte degli “indirect bidders”, categoria che comprende i fondi e le banche estere. A livello di politica monetaria, il mercato prezza come praticamente certo un prossimo rialzo dei tassi di riferimento nel meeting della Federal Reserve del 13 dicembre, dopo le ultime dichiarazioni di Janet Yellen al Congresso e la pubblicazione delle minute dell’ultimo FOMC, da cui emerge come diversi esponenti del comitato fossero favorevoli ad una nuova stretta monetaria già alla vigilia delle elezioni presidenziali, considerando i rischi di breve termine sostanzialmente bilanciati. Listini moderatamente positivi anche in Europa, dove si fa più intenso il dibattito sugli appuntamenti elettorali nei diversi paesi dei prossimi mesi, compresa la prossima scadenza del Referendum costituzionale italiano e i timori di una eventuale caduta del Governo quale conseguenza della vittoria del no al quesito referendario. In tale dibattito si inserisce il prossimo meeting della Bce dell’8 dicembre: sia il presidente della BCE, Draghi, che il governatore di Bankitalia, Visco, hanno ribadito che prima di ridurre gli stimoli monetari è necessario assicurarsi una duratura risalita dell’inflazione verso un livello inferiore ma vicino al 2% nel medio termine; i recenti dati sull’indice dei prezzi confermano che l’inflazione resta lontana da questo obiettivo, continuando per il momento a destare preoccupazioni. Bene, infine, anche i listini delle principali economie asiatiche, nonostante i volumi assottigliati dalla festività USA del Ringraziamento; miglior performer dell’area il Giappone, dove il Nikkei continua a essere sostenuto dalla debolezza dello yen, nonostante dati macro contrastati.

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