La settimana finanziaria
di Direzione Finanza e Prodotti - Banca Esperia S.p.A.
Andamento dei mercati
Europa
Negativa la settimana dei listini europei, corta per la chiusura di venerdì dovuta alle festività pasquali. A scoraggiare il morale degli investitori contribuiscono gli attentati di Bruxelles e il conseguente clima di tensione a livello internazionale; parte dei ribassi sono, infatti, spiegabili come semplici prese di profitto dei risparmiatori che, in attesa della nuova stagione delle trimestrali societarie, chiudono le posizioni lunghe dopo il rally dell’azionario delle ultime settimane. La nuova stagione di trimestrali sembra preoccupare soprattutto per le stime degli analisti, molte delle quali sono costantemente in ribasso: guardando all’indice Euro Stoxx 600, ad esempio, se a inizio anno gli analisti prevedevano in media un incremento degli utili societari del 5.7%, le medesime stime vedono adesso i profitti in diminuzione dello 0.9%. A guidare i ribassi dei listini europei, negli ultimi giorni, sono state le performance dei titoli di società legati alle commodities e alla produzione di energia. In seguito al nuovo incremento registrato dalle scorte Usa che, per la sesta settimana consecutiva, salgono a nuovi livelli record, e al rafforzamento del dollaro, infatti, si è registrata una nuova discesa dei prezzi del petrolio, nuovamente sotto i $ 40 a barile. Partita presso la BCE la settima operazione Tltro (Targeted long-term refinancing operation): il restyling dell’operazione di rifinanziamento, parte del pacchetto di misure espansive varate dal direttivo BCE il 10 marzo, potrebbe consentire alle banche di ottenere una remunerazione per la liquidità presa in banca centrale, purché venga impiegata in finanziamenti all’economia reale. I fondi messi a disposizione oggi, a tasso zero, arriveranno a scadenza nel febbraio 2018 mentre, nella nuova versione Tltro, i finanziamenti (saranno in tutto quattro e si terranno con cadenza trimestrale da giugno 2016 fino a marzo 2017) avranno durata 4 anni.
Stoxx Europe 600 -1.25%, Euro Stoxx 50 -1.35%, Ftse MIB -1.82%
Stati Uniti
Settimana contrastata per i listini statunitensi, con volumi sottili che riflettono l’avvicinarsi del periodo pasquale e testimoniano, secondo alcuni broker, un clima di maggiore incertezza sulle prospettive dell’economia dopo le cinque settimane di rialzo che hanno sostanzialmente annullato il crollo dei mercati azionari registrato a inizio 2016. Sostenute le quotazioni del dollaro, in particolare per i commenti rialzisti di diversi esponenti del comitato Fed. Dopo Lockhart lo scorso venerdì, ha parlato, infatti, in questi giorni John Williams, presidente della Fed di San Francisco, secondo il quale – considerata una situazione globale pressoché invariata rispetto ad adesso e una serie di dati macro che continuino a confermare gli attuali trend – i meeting di aprile o giugno sarebbero, senza dubbio, quelli con un maggiore potenziale per un nuovo aumento dei tassi. Il Presidente della sezione di Chicago, Charles Evans, ha dichiarato altri due rialzi dei tassi assolutamente ragionevoli per quest’anno; sulle prospettive dell’inflazione pesano, invece, le parole del numero due della Banca Centrale, Jeffrey Lacker, che ha ribadito di vedere un trend positivo nei recenti trend dei prezzi al consumo, tenendo anche in considerazione come l’inflazione core – che esclude di fatto i prezzi dei beni energetici – sia più robusta quest’anno e che nel 2017 sarà vicina al 2%. A livello macro, contrastate le indicazioni sul settore immobiliare. Da una parte, infatti, brusco rallentamento per le vendite di abitazioni esistenti mese su mese, che a febbraio scendono di oltre il 7% a fronte del +0.4% di gennaio e del -3% atteso dagli analisti, probabilmente per ragioni legate in buona parte alle dure condizioni climatiche invernali nel Midwest e nel Northeast. Dall’altra parte, la vendita di nuove case nel mese di febbraio ha toccato le 512 mila unità, rispetto alle 510 mila di consensus e in crescita contro le 502mila di gennaio –dato rivisto al rialzo dal precedente 494 mila-.. Grossomodo invariato rispetto al mese passato il settore manifatturiero US a marzo, con l’indice preliminare rilasciato da Markit che scende a 51.4 punti a fronte di attese per 51.9, foraggiato da altri indicatori della scorsa settimana che lasciavano intravedere una timida ripresa. A livello regionale, infatti, anche l’indice dell’attività manifatturiera della Fed di Richmond sale a 22 punti in marzo, dopo un -4 a febbraio e un valore pressoché piatto previsto dagli analisti.
S&P 500 +0.47%, Dow Jones Industrial +1.02%, Nasdaq Composite +0.10%
Asia
I mercati asiatici concludono una settimana sostanzialmente a due velocità, dopo aver vissuto sedute contrastate legate soprattutto alla debolezza dei prezzi delle commodities e del petrolio. Il Giappone, chiuso lunedì, vede sedute con volumi degli scambi in drastico calo rispetto a quelli dell’ultimo mese; gli scambi si rivelano, infatti, praticamente dimezzati rispetto alla media degli ultimi trenta giorni, su incertezze relative al tasso di cambio con il dollaro che influenza a sua volta i conti delle società esportatrici. Sostanzialmente positiva, invece, la Cina: secondo diversi analisti gli attuali livelli potrebbero essere da supporto, per quanto sia innegabile notare che gli aumenti registrati dai minimi del 2016 possano essere stati guidati anche da un intervento governativo, avvenuto proprio in concomitanza del Congresso Nazionale del Popolo. Tratta lievemente in negativo l’Australia, dopo i ribassi delle società legate all’estrazione mineraria e in seguito delle parole governatore della RBA, Glenn Stevens, che vede l’economia nazionale in recupero, facendo così intendere che per il momento ulteriori misure monetarie espansive sono da escludersi.
Nikkei -0.26%, Hang Seng -0.77%, Shangai Composite +1.93%, ASX -1.62%
Principali avvenimenti della settimana
A livello di Eurozona, riflettori puntati naturalmente sulla situazione politica internazionale e sugli attacchi terroristici di Bruxelles. Nuove notizie sono intanto arrivate dal fronte greco: gli ispettori di UE, BCE e Fmi erano, infatti, ad Atene per valutare i progressi compiuti dal governo greco sulle riforme. Dombrovskis ha dichiarato, a un gruppo di quotidiani tedeschi, che i colloqui con Atene sono stati costruttivi, aggiungendo però che c’è ancora molto da fare. É intanto entrato in vigore ieri l’accordo sui migranti fra UE e Turchia, con Atene che però, secondo quanto riportato dai principali quotidiani, chiede più tempo per attuare il programma di rimpatrio dei migranti. A livello macro, scende come prevedibile la fiducia dei consumatori dell’Eurozona, registrando a marzo -9.7 punti a fronte dei -8.3 attesi. Anche le aspettative sulla crescita economica dell’area, registrate dal Sondaggio Zew, si fermano a 10.6 contro i 13.6 punti di febbraio. Migliori del consensus, invece, gli Indici Pmi Composto e Servizi, rispettivamente a 53.7 e 54 punti per il mese corrente; in linea con le attese, a 51.4, si attesta il Pmi per il settore manifatturiero. Guardando all’Italia, sul rating Dbrs ha confermato venerdì il giudizio ad A (low) con trend stabile, il livello più alto tra le quattro agenzie seguite dalla BCE. Dbrs ha sottolineato l’impegno del governo sul fronte fiscale, riconoscendo all’Italia una posizione di bilancio relativamente buona a confronto con gli altri paesi dell’area euro e i progressi nel compimento delle riforme strutturali e istituzionali. Ma, avverte l’agenzia, il Paese resta esposto a criticità significative, come possibili shock esterni, alto debito pubblico e bassa crescita potenziale.
Guardando alle società europee, in attesa della ripresa della stagione delle trimestrali, newsflow incentrato sul settore bancario. In primis, ad attirare l’attenzione il succedersi di notizie sulla fusione tra le due italiane Banco Popolare e Banca Popolare di Milano: dopo aver sospeso le rispettive azioni dal trading nella seduta di mercoledì, le due banche hanno annunciato di aver sottoscritto un protocollo di intesa per un’operazione di fusione che porterà alla nascita del terzo gruppo bancario italiano. L’operazione prevede un aumento di capitale per un importo complessivo da € 1mld a carico di Banco Popolare da eseguirsi prima della fusione che dovrà essere approvata dalle assemblee entro il 1° novembre. Cambio al vertice per la francese Axa: il Ceo Henri de Castries ha annunciato le sue dimissioni dal 1 settembre, dopo quasi 17 anni, per lasciare il posto ad un diverso management che implementerà un nuovo piano strategico. Procede nel piano di taglio costi Credit Suisse: la seconda banca svizzera ha, infatti, dichiarato mercoledì il taglio di oltre 2,000 posti di lavoro nel Global Markets Business. Nel campo delle telecomunicazioni, secondo fonti stampa, si rafforza ulteriormente l’asse Italia – Francia: nonostante le smentite del Cfo di Mediaset, secondo il Sole 24 Ore, Mediaset e Vivendi sarebbero al lavoro per un’intesa nella pay tv nel quadro di uno scambio di quote azionarie del 3% fra le società a monte che prevede una rappresentanza incrociata nei rispettivi Cda. L’ostacolo maggiore resta la valutazione degli asset, scrive il quotidiano. Restando in tema Vivendi, le pressioni del gruppo francese sembrano avere fatto capitolare l’AD di Telecom Italia, Marco Patuano: a seguito delle sua dimissioni, il Cda ha conferito temporaneamente le deleghe al presidente Giuseppe Recchi. In ambito italiano, via libera condizionato dell’Antitrust alla concentrazione tra Mondadori e Rcs Libri, con l’obbligo di cessione della casa editrice Bompiani e della partecipazione in Marsilio ad acquirenti che dovranno essere preventivamente approvati dall’Autorità. In campo farmaceutico, Novartis ha trovato un accordo con le autorità US in relazione ad un caso di corruzione in Cina: il gigante farmaceutico basilese ha accettato di pagare una multa di $ 25 mln per episodi di corruzione di medici cinesi al fine di vendere medicinali nel paese asiatico. Bayer è arrivata a guadagnare oltre il 5% a Francoforte nella seduta di lunedì dopo che fonti informate dei fatti hanno dichiarato a Reuters che Monsanto ha discusso, con il colosso chimico tedesco, un possibile deal relativo alle attività nel settore agricolo, business valutato dagli analisti di Ubs circa € 40 mld, secondo nel mondo solo a quello di Syngenta. Nella grande distribuzione, Sainsbury, seconda catena di supermercati in UK, vede avvicinarsi la chiusura del deal per acquisire Home Retail per circa $ 2 mld, e aumentare così la propria presenza nelle vendite online, dopo il ritiro di Steinhoff International dalla competizione. La francese Casino ha portato a termine la vendita a BJC group della sua partecipazione nella tailandese Big C Supercenter PCL per € 3.1 mld. Pesa ancora il calo del petrolio sulle società energetiche: guardando al nostro Paese, il crollo degli ultimi mesi ha costretto Eni a ridurre drasticamente investimenti e costi nei prossimi quattro anni e nel contempo ha spinto la major ad accelerare sulle dismissioni, anche per confermare il pagamento del dividendo. L’AD Claudio Descalzi ha, inoltre, detto che Eni non ha scelto SK Capital per cedere una quota di maggioranza di Versalis, ma che il fondo Usa ha vinto un “beauty contest” e ora si sta verificando se ha la capacità finanziaria per sostenerla.
Newsflow societario US incentrato su importanti operazioni di M&A e su qualche trimestrale. Per quanto riguarda il primo ambito, brilla su tutte l’annunciata fusione nel settore alberghiero tra Starwood & Resort Worldwide e Marriot International, proprietaria anche dei marchi Sheraton e Westin, che porterà alla creazione di un vero e proprio colosso statunitense. L’offerta di Marriot, da $ 13.6 mld, è riuscita a superare il precedente rilancio del gruppo assicurativo cinese Anbang per $ 13 mld. In secondo luogo, di grande interesse la fusione tra HIS e Markit: con un nuovo gruppo da oltre $ 13 mld, IHS, società d’informazione, ha annunciato infatti l’acquisizione dell’inglese Markit, attiva nell’informazione finanziaria, precisando che la società avrà sede a Londra. Il management ha escluso l’applicazione della anti-inversion rules, introdotta per arginare l’uscita di capitali con spostamenti di sede all’estero tramite acquisizioni. Thermo Fisher Scientific, fornitore di prodotti per società farmaceutiche e biotecnologiche, ha inviato una lettera aperta agli azionisti di Affymetrix, ribadendo che la propria offerta di acquisizione da $ 1.3 mld, per la società è superiore a quella del rivale Origin Technologies; quest’ultima, a sua volta, aveva sollevato dubbi sulla credibilità dell’offerta di Thermo Fisher, sulla sua possibilità di ottenere i finanziamenti necessari e su eventuali issue con le autorità antitrust. Con riguardo alle operazioni non andate in porto per il momento, il management di Staple sta criticando duramente la decisione della commissione commercio statunitense, di bocciare l’acquisizione di Office Depot per $ 6.3 mld, sostenendo come non si tenga conto della concorrenza da parte dei retailers online. Nel settore farmaceutico, dopo il profit warning della scorsa settimana e la perdita maggiore al 50% per le proprie azioni, Valeant Pharmaceuticals ha annunciato le dimissioni del CEO Michael Pearson e l’ingresso nel consiglio d’amministrazione di Bill Ackman, primo azionista della società e gestore del fondo hedge attivista Pershing Square. Ricco il newsflow su Apple: la società ha presentato un modello di iPhone con uno schermo ridotto e un prezzo inferiore ai modelli con maggiori dimensioni che dovrebbe riuscire a penetrare nei paesi a minor reddito e tra gli utenti meno sofisticati, bilanciando il rallentamento delle vendite dell’ultimo trimestre. Apple ha, inoltre, dichiarato di avere valutato l’acquisizione di uno dei suoi fornitori, l’inglese Imagination Technologies, produttore di software per dispositivi system-on-chip: nonostante non ci sia al momento nessun piano operativo a riguardo, sulla notizia dell’interesse di Apple, le azioni Imagination hanno messo a segno un’ottima performance. Guardando alle trimestrali, i risultati di Tiffany hanno superato le attese degli analisti, grazie all’aumento dei prezzi medi e alla parallela riduzione dei costi delle principali materie prime (diamanti, oro, argento); la società ha, tuttavia, dichiarato che i risultati dei prossimi trimestri potrebbero registrare cali a causa della forza del dollaro. Anche General Mills ha rilasciato risultati trimestrali superiori alle attese degli analisti, grazie ad azioni di taglio costi che hanno bilanciato il calo del fatturato registrato dalla società, così come dai principali competitors (Kellog e ConAgra su tutti) a seguito dello spostamento dei consumatori verso prodotti salutisti. Starbucks, infine, ha annunciato che partirà a breve la vendita di capsule compatibili con macchine Nespresso e che l’acquisto di prodotti del gruppo al di fuori dei punti vendita garantirà comunque punti fedeltà da consumare nella catena.
Dal punto di vista macro delle economie asiatiche, ad attirare l’attenzione il newsflow proveniente dalla Cina: di inizio settimana la notizia secondo la quale la China Securities Finance Corporation rincomincerà a offrire finanziamenti a breve termine (7-182 giorni) alle securities firms per la realizzazione di margin trading. A rassicurare ulteriormente la comunità finanziaria contribuiscono poi le parole del premier Li Keqiang sulla volontà del governo di sostenere la crescita e di sviluppare il link tra i mercati di Hong Kong-Shenzhen entro l’anno. Guardando al Giappone, si evidenzia il nuovo rallentamento del comparto manifatturiero, con l’indice Pmi a 49.1 punti, sotto la soglia indice di contrazione, a fronte dei 50.5 attesi. A livello macro, inoltre, sono state pubblicate le minute delle posizioni dei vari membri del direttivo della Bank of Japan durante il meeting di politica monetaria di metà marzo. Quello che emerge è in primo luogo un’accesa discussione sui pro e contro della decisione presa in gennaio di adottare tassi negativi: sembra che un esponente del board abbia addirittura affermato che sarebbe preferibile cancellare la misura, pur riconoscendo che farlo immediatamente causerebbe confusione nel mercato e rischierebbe di erodere la credibilità dell’istituto centrale. Intervenendo poi in parlamento, il governatore Kuroda ha affermato che i tassi negativi avranno un impatto su economia e prezzi, anche se con un qualche ritardo, ma ha sottolineato che non tutti i problemi del Giappone possono essere risolti con la politica monetaria.
Appuntamenti macro prossima settimana
USA
Dopo le numerose dichiarazioni dei membri del comitato Fed , ancora una volta, sulla dipendenza dai dati macroeconomici della Banca Centrale, la settimana in arrivo si annuncia rilevante per le nuove letture di indicazioni sul mercato del lavoro. Sia il rapporto Adp che i numeri ufficiali del prossimo venerdì sono attesi in calo rispetto al mese precedente, ma la disoccupazione è stimata ancora al 4.9%. Rilevanti inoltre le letture degli indici sulla fiducia, con la lettura dell’indice rilasciato dal Conference Board e quello dell’Università del Michigan. Spese e Redditi Personali, infine, forniranno indicazioni sulla capacità di spesa dei consumatori e sulla ripresa dei consumi interni.
Europa
Meno ricca di spunti la settimana corta per l’Eurozon: come per gli Usa, saranno in arrivo i dati sulla fiducia dei consumatori, presumibilmente influenzati dagli attentati di Bruxelles, e sulla disoccupazione, vista stabile al 10.3%. Di rilievo, inoltre, e particolarmente sotto i riflettori ai fini della politica monetaria della BCE, i livelli di inflazione certificati dal Cpi stimato e base anno su anno di marzo.
Asia
Pochi spunti per le economie asiatiche, con unici dati provenienti dalla Cina i valori degli indici manifatturieri Pmi e Caixin. Più ricca di indicazioni, invece, la settimana in Giappone: anche qui, occhi puntati sugli indici manifatturieri e sulla fiducia dei consumatori. Nuovi dati anche sul mercato del lavoro, con la lettura del tasso di disoccupazione e del rapporto tra impieghi e candidati. A fine settimana, sarà inoltre data lettura del valore della produzione industriale, attesa in netto calo mensile per il mese di febbraio.
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