4 Marzo 2017

La settimana finanziaria

di Direzione Gestioni Mobiliari e Advisory - Banca Esperia S.p.A.
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IL PUNTO DELLA SETTIMANA: governativi in bilico tra due forze opposte, miglioramento macroeconomico e incertezza politica

  • L’incertezza politica deprime i rendimenti obbligazionari, mentre il generalizzato miglioramento macro crea le condizioni per una rotazione dei portafogli.
  • Nell’Area Euro le condizioni sono complicate sia dalle pressioni dovute alla scarsità di titoli tedeschi sia dall’aumento dell’inflazione headline.
  • Suggeriamo di mantenere una duration contenuta su emissioni governative dei paesi core, sottopesando le emissioni con carry modesto. 

Da inizio anno i rendimenti dei titoli obbligazionari risentono dell’effetto di due forze opposte. Da un lato, l’elevata incertezza politica – connessa nell’Area Euro con il fitto calendario elettorale e negli Stati Uniti con il tempo necessario alla concretizzazione della politica fiscale di Trump – fa aumentare la domanda di titoli obbligazionari dei paesi percepiti come porti sicuri, deprimendone il term premium. Dall’altro, la pressione reflazionistica globale e il progressivo miglioramento del contesto macroeconomico, confermando l’avvicinarsi della normalizzazione della politica monetaria da parte della FED, crea le condizioni per una rotazione dei portafogli, dai titoli obbligazionari ai titoli azionari, che implicherebbe un aumento dei rendimenti governativi. In particolare, nel vecchio continente l’avvicinarsi delle elezioni in Francia e i timori che Marine Le Pen possa essere eletta come presidente ha fatto prevalere il rischio politico. La candidata, infatti ha risvegliato con le sue dichiarazioni i timori di un rischio break-up dell’Area, con la conseguente flight to quality degli investitori: il differenziale di rendimento tra titoli di stato dei paesi periferici e francesi rispetto a quello dei titoli tedeschi si è allargato e si è avuto anche una temporanea diminuzione dei rendimenti dei Treasury statunitensi, con il decennale statunitense che ha toccato il 2.31%. Viceversa, nell’ultima settimana, complici le ottimistiche dichiarazioni dei membri della Fed, che hanno portato ad 88% la probabilità di un rialzo del costo del denaro da parte della FED già nel meeting del prossimo 15 marzo, si è verificato un nuovo cambiamento di regime: il tasso statunitense è tornato sopra 2.5% e il decennale tedesco sopra 0.3%. Nell’Area Euro le condizioni sono poi complicate sia dalle pressioni dovute alla scarsità di titoli tedeschi sia dall’aumento dell’inflazione headline, che in febbraio ha raggiunto il 2%, allineandosi al target di politica monetaria ed aumentano il pressing sulla BCE sull’opportunità di modificare la propria politica monetaria, diminuendo il programma di acquisti di titoli obbligazionari. Il 24 febbraio il rendimento del Bund tedesco a due anni è scivolato al suo minimo storico (-0.96%), disancorandosi dall’Eonia e, quindi, dalle aspettative sul tasso di politica monetaria ed esprimendo solamente l’incertezza politica e la scarsità di carta tedesca. Infatti, lo stock di titoli di Stato tedeschi con scadenza tra uno e due anni si è relativamente ridotto e dall’inizio del 2015, la Bundesbank, comprando titoli di Stato in coerenza con il criterio del capital key, ha assorbito tutta la nuova offerta e parte dello stock detenuto dai privati. Contemporaneamente, il miglioramento del contesto macroeconomico consegna ai mercati la certezza che l’economia dell’Area è tornata a crescere, facendo a meno dell’allentamento quantitativo della BCE. In quest’ottica va letta l’apertura della BCE a possibili deviazioni temporanee dal capital key, quale criterio negli acquisti dei titoli di Stato di tutti i paesi rientranti nel QE (finora limitate solo a quelli irlandesi e portoghesi per ragioni di scarsità), come riportato dai verbali della riunione di gennaio. Nei verbali si legge che la BCE è disposta a modificare temporaneamente il meccanismo di acquisti, mentre una chiusura o una riduzione anticipata del programma è da escludersi, dal momento che la dinamica dell’inflazione core non consegna ancora segnali convincenti di trend al rialzo. La BCE in questo modo potrebbe ridurre le pressioni sui titoli governativi tedeschi e allo stesso tempo intervenire più aggressivamente sui titoli periferici. Per questo, continuiamo a suggerire di mantenere una duration contenuta su emissioni governative dei paesi core, sotto-pesando le emissioni con carry modesto, e di aspettare ulteriormente l’evoluzione delle vicende politiche (elezioni francesi in primis), prima di riposizionare i portafogli in maniera significativa su tali temi. Manca più di un mese al primo turno presidenziale francese (23 aprile) e le soprese possono essere ancora molte.

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