1 Aprile 2017

La settimana finanziaria

di Direzione Gestioni Mobiliari e Advisory - Banca Esperia S.p.A.
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IL PUNTO DELLA SETTIMANA: 28 aprile, termine di approvazione del budget US

  • L’approvazione del budget discrezionale è il prossimo appuntamento legislativo per l’amministrazione Trump.
  • Il budget per il 2018 non prevede un deficit aggiuntivo: il term premium implicito nei rendimenti dei titoli di stato americani a dieci anni è tornato in territorio negativo per la prima volta dalle elezioni di Trump

La discussione sull’abrogazione della Affordable Care Act – il cosiddetto Obamacare – è stato il primo appuntamento legislativo di rilievo della nuova amministrazione Trump. I mercati hanno interpretato il mancato appoggio del partito repubblicano alla sua abrogazione come un segnale di debolezza dell’amministrazione stessa e, conseguentemente, si sono interrogati sulla reale capacità di implementare l’aumento di spesa pubblica a sostegno della crescita economica, con la stessa portata annunciata e rispettandone i tempi di attuazione. Da un punto di vista procedurale, il ritiro del disegno sul cambiamento delle legge sanitaria non pone in pericolo la riforma fiscale, anzi probabilmente la rende più veloce. Infatti, il processo legislativo in materia di legislazione fiscale non poteva iniziare fino a quando il lavoro sulla riforma sanitaria non fosse stato concluso.Ora il prossimo appuntamento legislativo è l’approvazione, entro il 28 aprile, del budget sugli stanziamenti per le spese “discrezionali” del governo federale, ossia le spese che devono essere approvate di anno in anno e che rappresentano circa un quarto della spesa federale. L’approvazione del budget è necessaria ad evitare il blocco delle attività amministrative (il cosiddetto goverment shutdown). Attualmente sembra improbabile che si arriverà a tale blocco. Da un confronto storico, si evince che il blocco comporta una temporanea diminuzione della fiducia dei consumatori ed impatta negativamente sulla spesa per consumi. In ogni modo, dati gli elevati livelli della fiducia dei consumatori degli ultimi mesi, una sua temporanea flessione, conseguente ad un eventuale blocco, non dovrebbe comunque deprimere eccessivamente i consumi. Successivamente dovrà essere approvata la riforma fiscale, che avrà effetti economici a partire da metà 2018. Lo skinny budget ossia il documento contenente il bilancio per il 2018 presentato da Trump è piuttosto prudente: assegna 54 miliardi di $ in più alla difesa (pari a un +10% di incremento sul 2017) e ne taglia altrettanti ai ministeri sociali, senza toccare la spesa pubblica complessiva e senza introdurre nuove tasse o deficit aggiuntivo. A subire i tagli più grandi in valore assoluto sarebbero la sanità (-12.6 miliardi di $), gli aiuti internazionali (-10.9 miliardi di $), l’istruzione (-9.2 miliardi di $) e le politiche urbane (-6.2 miliardi di $). Invece, i tagli più pesanti in termini percentuali colpiranno l’agenzia che protegge l’ambiente (Epa) che con una diminuzione di 2.6 miliardi vedrà scendere il suo bilancio del 31.4%. Un deficit fiscale, inferiore alle attese, impatta sul livello di equilibrio dei rendimenti dei titoli a lungo termine. Questo spiega perché il rendimento del decennale americano è sceso di circa 20 punti base dalla pubblicazione della proposta di budget, passando dal 2.62% al 2.41% e, contemporaneamente, il term premium sugli stessi (calcolato secondo il modello della Federal Reserve di New York) è tornato in territorio negativo, per la prima volta dopo l’elezione di Trump. Questa settimana inoltre i mercati azionari hanno rimodulato la loro reazione iniziale, accettando che la riforma fiscale necessiterà di tempi più lunghi, ma continuando a credere nella sua fattibilità. La mini-ondata di avversione al rischio si è così esaurita velocemente: il VIX è sceso e i principali indici statunitensi sono tornati a crescere. Anche la Federal Reserve sembra aver adottato questa interpretazione e non aver eccessiva fretta ad alzare i tassi, come confermato anche dal presidente J. Yellen. Nel suo recente discorso a Washington si è limitata ad una generica descrizione dello stato dell’economia statunitense, continuando a sottolineare l’esistenza di una disoccupazione “ombra”. Resta quindi da chiedersi se tempi più lunghi per la riforma fiscale significhino tempi più lunghi per il rialzo dei tassi. I mercati nel frattempo prezzano altri 35 punti base di rialzo nel 2017.

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