13 Maggio 2017

La settimana finanziaria

di Direzione Gestioni Mobiliari e Advisory - Banca Esperia S.p.A.
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IL PUNTO DELLA SETTIMANA: prezzo del petrolio sulle montagne russe

  • Il Brent ha toccato nuovamente 48$ (WTI sotto 45$) al barile, riassorbendo l’aumento di prezzo seguito all’annuncio OPEC del taglio della produzione dello scorso novembre
  • Fattori legati all’offerta pesano sul recente calo del prezzo del petrolio, in assenza di segnali recessivi

A novembre 2016 l’OPEC ha invertito la sua rotta, cambiando il proprio approccio: ha smesso di concentrarsi sul mantenimento della quota di mercato e ha annunciato una riduzione della produzione di 1.8 mbg per un periodo di 6 mesi. L’annuncio ha avuto un impatto immediato sul prezzo del petrolio che, guidato dalla componente aspettative, è salito sopra i 56$ al barile a inizio 2017. L’andamento si è poi invertito una prima volta nel mese di marzo e una seconda volta nella seconda metà di aprile. Nella prima settimana di maggio il Brent è sceso, così, sotto 48$ (WTI sotto 45$) al barile, il livello più basso da fine novembre, riassorbendo completamente il guadagno seguito all’annuncio. All’origine di questo calo vi sono stati alcuni fattori legati all’offerta, quali l’immissione sul mercato della produzione di shale-oil degli Stati Uniti e il riavvio della produzione petrolifera libica, nonché l’immissione sul mercato delle scorte estratte prima dell’annuncio. L’attuale calo del prezzo verosimilmente non contiene un segnale recessivo. Sebbene i dati dell’International Energy Agency mostrino una moderazione della domanda di petrolio nei paesi OECD nel T1 2017, secondo l’usuale aumento stagionale la domanda dovrebbe recuperare nel secondo semestre. Lato offerta, in questi primi mesi il taglio alla produzione dell’OPEC è stato già in buona parte neutralizzato dall’estrazione di shale-oil negli USA, dove il numero degli impianti attivi è aumentato e il prezzo di break-even per l’estrazione ha continuato a diminuire, rendendo profittevole la produzione a prezzi più bassi. La diminuzione del prezzo break-even di estrazione non solo aumenta la produzione immessa sul mercato, ma ha anche un impatto sulla componente aspettative del prezzo. Questo spiega non solo il perché, negli ultimi quattro trimestri, la revisione delle dinamiche dei prezzi del petrolio sia stata associata ad una revisione delle aspettative sul prezzo break-even di estrazione, ma anche perché la correzione della settimana scorsa sia avvenuta durante l’earnings-season statunitense: i report sui risultati del primo trimestre hanno mostrato una produzione di petrolio superiore alle attese, contribuendo a far scendere il prezzo. I produttori statunitensi (fonte Bloomberg) hanno programmato di aumentare le perforazioni 10 volte più velocemente del resto del mondo. Da volano a questa diminuzione, si sono aggiunte le posizione dei fondi hedge, che sulla scia della diminuzione del prezzo hanno ridotto le posizione nette lunghe, aumentando quelle corte e influendo così sul prezzo del petrolio. Vi sono buoni motivi per pensare che la diminuzione del prezzo del petrolio possa rivelarsi solo temporanea: nel T2 2017 dovrebbero vedersi gli effetti reali del taglio della produzione da parte dell’OPEC.

petrolioDa un lato, i dati su importazioni ed esportazioni di greggio mostrano che i paesi OPEC nei primi mesi del 2017 hanno immesso sul mercato non solo quanto prodotto nel 2017 ma anche parte delle scorte costituite precedentemente. In  questo  modo  hanno  beneficiato  dell’effetto annuncio del  taglio  della produzione e venduto ad un prezzo più elevato. Dall’altro lato, le scorte US, estremamente alte nel T1 2017, riflettono anche i 40-45 giorni necessari a trasferire i barili di petrolio dal Golfo Persico agli USA. Il processo di riduzione è in atto: l’Arabia Saudita nel mese di aprile ha ridotto le sue spedizioni di 300.000 bdp da febbraio a marzo e sembra cercare un accordo con la Russia per proseguire i tagli nella produzione. Verosimilmente, nel meeting di maggio l’OPEC rinnoverà l’impegno alla riduzione della produzione nel vertice del 25 maggio. Nel medio lungo periodo, le prospettive sono, invece, più incerte.

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