22 Luglio 2017

La settimana finanziaria

di Direzione Gestioni Mobiliari e Advisory - Banca Esperia S.p.A.
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IL PUNTO DELLA SETTIMANA: la BCE resta prudente e ci dà appuntamento in autunno

  • Il Consiglio Direttivo della BCE è stato volutamente elusivo sulla data in cui verrà annunciata la ri-calibrazione degli acquisti di titoli, rimandandola all’autunno
  • L’ultima cosa che vuole la BCE è un irrigidimento delle condizioni finanziarie
  • La rimodulazione delle aspettative di politica monetaria sulle due sponde dell’Atlantico pesa sul tasso di cambio euro-dollaro

Come atteso, nella riunione di luglio la BCE ha lasciato invariati sia i livelli del corridoio dei tassi di interesse sia le modalità del piano di acquisti (ad un ritmo mensile di 60 miliardi di euro sino alla fine di dicembre 2017, con il reinvestimento dei titoli a scadenza) ed ha confermato il bias sul piano di acquisti, sottolineando che resta condizionale alla congiuntura economica e potrà essere aumentato se necessario, per intensità o durata. Si è mantenuto, così, un certo grado di flessibilità, non solo necessario in caso di peggioramento della congiuntura economica, ma principalmente volto a calmierare le attese del mercato in merito a una futura rimodulazione del piano di acquisti da parte della BCE. Il presidente Mario Draghi non ha voluto dare nessuna anticipazione sulle tempistiche di uscita dal programma di acquisti di titoli, ma ha esplicitamente confermato che la decisione di non fissare alcuna data per la futura ridefinizione della forward guidance è stata presa all’unanimità dal Consiglio Direttivo, che si ripropone di decidere «in autunno». Draghi non ha voluto neppure chiarire se la prossima riunione fissata in settembre possa essere considerata “vagamente autunno”. Relativamente alla congiuntura economica dell’Area, ha consegnato un messaggio molto equilibrato, ribadendo sia il momentum positivo della crescita e sia la solidità della ripresa economica, ma ha sottolineato nuovamente che “un grado molto elevato di stimolo monetario è ancora necessario, perché l’inflazione non è ancora al livello obiettivo”. E’ stata così ribadita la necessità di mantenere un atteggiamento prudente e attendere pazientemente che l’inflazione converga al 2%, in tutti i paesi dell’Area e con una dinamica capace di autosostenersi.Infine, Draghi ha esplicitamente ammesso che l’ultima cosa che la BCE vuole è un prematuro irrigidimento delle condizioni finanziarie, che potrebbe minare la crescita in atto e le condizioni per un rialzo dell’inflazione. E’ chiaro il riferimento all’apprezzamento dell’euro e all’aumento dei rendimenti dei titoli governativi, avvenuto nell’ultimo mese da quando i mercati hanno iniziato a prezzare l’inizio della rimodulazione della politica monetaria sia della Fed sia della BCE. Per ora, la perfomance positiva del mercato azionario controbilancia l’effetto negativo proveniente dal tasso di cambio e rendimenti obbligazionari, ma le condizioni finanziarie saranno una variabile che verrà monitorata dalla BCE per decidere la tempistica dell’uscita dal piano di acquisti. La BCE non potrà neppur ignorare le decisioni prese oltreoceano, sia sulla collocazione temporale del prossimo rialzo dei tassi sia sul numero dei prossimi rialzi.

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