24 Febbraio 2018

La settimana finanziaria

di Mediobanca S.p.A.
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IL PUNTO DELLA SETTIMANA: qualche segnale di moderazione nel ciclo economico dell’Area Euro

  • Gli indicatori congiunturali mostrano una modesta perdita di momentum nell’Area Euro, ma confermano la solidità del sentiero di crescita anche in T1 2018
  • Nonostante il calo registrato a febbraio, l’indice PMI relativo all’Area Euro resta su livelli coerenti con la stabilizzazione della crescita economica sui livelli raggiunti nel 2017. 
Questa settimana la pubblicazione relativa al mese di febbraio delle indagini congiunturali per l’Area Euro hanno segnalato una fisiologica e modesta perdita di momentum, contestuale alla flessione dell’indice di sorpresa economica. La stima preliminare dell’indice PMI nell’Area Euro ha registrato un rallentamento fisiologico, attestandosi ai minimi da quattro mesi (59,5), sorprendendo al ribasso le attese (59,2) e passando così da un valore pari al suo massimo a 12 anni (a gennaio 57.5) al minimo da tre mesi. Il calo è stato equamente guidato da entrambe le componenti del PMI, servizi e manifatturiero. L’indice manifatturiero è sceso a 59,5 (-1,6 punti) e quello relativo ai servizi è sceso di 1,3 punti a 56,7, tornando, così, al livello di dicembre. Il rallentamento degli indicatori congiunturali non rappresenta, a nostro avviso, un’inversione di rotta nella congiuntura dell’Area, dove prosegue un’espansione solida e generalizzata, che lascia ipotizzare che la crescita di T1 2018 sarà in linea con quella verificatasi nel 2017.  Gli indicatori suggeriscono che, dopo una forte ripresa, l’Area Euro stia raggiungendo un punto di stabilizzazione. Da un lato i nuovi ordini hanno rallentato, sebbene vi siano segnali di una domanda solida (le aziende segnalano un aumento dello stock di lavoro arretrato, una forte creazione di posti di lavoro e limiti di capacità produttiva), dall’altro guardando alle diverse sotto-componenti degli indici PMI vediamo che si mantengono stabilmente sopra la media storica. A livello di singolo paese, le limitate informazioni sulla disaggregazione a livello geografico, mostrano che il PMI composito tedesco e francese sono anch’essi diminuiti, pur restano ad un livello elevato e suggerendo che in entrambi i paesi la crescita del PIL trimestrale resta attorno ai livelli di T4 2017. In Germania sono stati resi disponibili anche le indagini congiunturali dello ZEW e dell’IFO. Il quadro fornito è il medesimo: i dati hanno evidenziato un clima leggermente meno euforico, con un certo indebolimento delle esportazioni, ma non si può parlare di un cambiamento nella tendenza economica. L’indice di fiducia ZEW relativo alla situazione corrente ha corretto da 95,2 punti a 92,3. Ha invece sorpreso al rialzo la componente relativa ai 6 mesi successivi, che scende a 17,8 meno delle attese (16,0 consenso), dai precedenti 20,4. Anche l’indice ZEW relativo alle aspettative a 6 mesi per l’intera Area Euro segna, a febbraio, una modesta correzione a 29,3 punti dai precedenti 31,8. Delude anche l’indice IFO tedesco, che registrato un forte calo a febbraio a 115,4 da 117,6, sulla scia dell’ampio calo della componente delle aspettative a 105,4 rispetto alla previsione 107.8 e la precedente 108. Invece l’indice delle condizioni correnti si stabilizza a 126,3 contro il consenso 127,0 e il precedente 127,7.  Anche in Francia, l’indice di fiducia delle imprese si è attestata a 109,1 al disotto delle attese (110) e del dato di gennaio. 

 

 

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