11 Agosto 2018

La settimana finanziaria

di Mediobanca S.p.A.
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IL PUNTO DELLA SETTIMANA: secondo l’IMF, la crescita prosegue solida, ma meno sincronizzata e con un aumento di rischi al ribasso

  • Secondo il FMI la crescita globale è rimasta sostenuta, in linea con le attese e mediamente sopra al potenziale.
  • Il saldo dei rischi si è spostato ulteriormente verso il basso

Il FMI ha aggiornato le sue previsioni economiche rispetto a quelle di aprile 2018, incorporando gli sviluppi dei primi mesi del 2018. Il quadro che ne esce è quello di un’economia mondiale in crescita inalterata al 3,9% sia nel 2018 che nel 2019, grazie alla prosecuzione della crescita negli Stati Uniti (+2,9 nel 2018) e nei paesi emergenti (con una crescita che si conferma vicina al 5%). Nella prima metà del 2018 la crescita ha tratto impulso da politiche monetarie accomodanti nelle economie avanzate e dal significativo stimolo fiscale negli Stati Uniti, nonostante un quadro di incertezza derivante dalla svolta protezionistica dell’amministrazione statunitense. Nei prossimi due anni le economie avanzate continueranno a crescere sopra il potenziale. E’ stata però rivista marginalmente al ribasso la crescita dell’Europa. A rallentare sono i grandi paesi dell’Eurozona come Germania, Francia e Italia (cresceranno nel 2018 e 2019 ma meno del previsto) e UK dove la congiuntura post-Brexit continua gradualmente a peggiorare. Per Francia e Germania il FMI registra il rallentamento senza offrire spiegazioni dettagliate. Per l’Italia il FMI cita l’aumento dello spread e l’incertezza sulle politiche economiche. Sullo sfondo, a pesare sul rischio di revisioni al ribasso, sono soprattutto le crescenti tensioni indotte dalle misure protezionistiche dichiarate dal presidente Trump e dalle possibili misure di ritorsione da parte dei partner commerciali. Queste politiche hanno aumentato la probabilità di un avvitamento vizioso, che potrebbe deprimere le prospettive di crescita a medio termine, sia attraverso il loro impatto diretto sull’allocazione delle risorse, sia aumentando l’incertezza e generando un possibile calo di fiducia di imprese e consumatori (impatto indiretto). Letture inflazionistiche più elevate negli Stati Uniti, dove la disoccupazione è al di sotto del 4% a fronte di aspettative del mercato per un percorso di rialzo dei tassi di interesse inferiore a quanto implicito nelle proiezioni del FOMC, potrebbero portare a un’improvvisa rivalutazione dei fondamentali e dei rischi per gli investitori. Condizioni finanziarie più rigide potrebbero infine causare aggiustamenti dei portafogli, oscillazioni dei tassi di cambio e ulteriori riduzioni degli afflussi di capitali verso i mercati emergenti.

SETTIMANA TRASCORSA

EUROPA: le più recenti pubblicazioni confermano la moderazione nella crescita

I valori finali degli indici PMI Markit di luglio vedono l’indice dei Servizi attestarsi a 54.2 punti, leggermente al di sotto delle attese, mentre l’indice Composto confermarsi a 54.3 punti, in linea con il consensus. In Italia, in una settimana dominata dai timori degli investitori sulle manovre dell’esecutivo Lega-M5s, il dato più rilevante pubblicato venerdì è stato quello sulla produzione industriale, che cresce a giugno ad un ritmo leggermente superiore a quanto stimato (+0.5% congiunturale e +1.7% tendenziale). Deludono, invece, le vendite al dettaglio, in calo dello 0.2% su mese dopo l’ottimo +0.8% (ulteriormente rivisto al rialzo) del mese precedente. In Germania, gli ordini al settore manifatturiero, in termini destagionalizzati, sono diminuiti del 4% a livello mensile e dello 0.8% su base annuale a giugno. Il dato ha deluso nettamente il consenso degli economisti, che si aspettavano una diminuzione dello 0.5% su base congiunturale e un aumento del 3.4% su base tendenziale. Gli ordini esteri sono scesi del 4.7% mese su mese mentre quelli domestici sono diminuiti del 2.8% mese su mese. Deludono anche i dati relativi alla produzione industriale, in calo, a giugno, dello 0.9% mese su mese (-0.5% il ribasso previsto dagli analisti). Sull’anno, il rialzo è stato del 2.5% sulle attese per +3.0%. Produzione industriale pubblicata anche in Spagna: i numeri di giugno sono in calo dello 0.6% mese su mese e in crescita dello 0.5% anno su anno.

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