La stabile organizzazione risolve il problema del transfer price?
di Ennio VialVita Pozzitransfer price rappresenta una delle maggiori
criticità delle imprese con sviluppo multinazionale, in quanto la valutazione e la concreta applicazione del principio dell’“
arm’s lenght” nei rapporti con altri soggetti appartenenti al
gruppo ma residenti in
paesi diversi non risulta sempre agevole.
stabili organizzazioni estere in luogo di società di diritto locale per
prevenire il problema dell’
esterovestizione.
stabile organizzazione sia una
sede fissa di
affari con cui l’impresa svolge in tutto o in parte la propria attività in uno
stato diverso da quello in cui la società è stata costituita.
stabile risolva il problema del
transfer price sulla base della considerazione secondo cui la stabile è un pezzo della nostra attività e i
redditi da questa prodotti sono
imputati alla
casa madre italiana. L’inquadramento della stabile organizzazione è sicuramente corretto, tuttavia le
conclusioni sono
errate.
l’articolo 7 delle
convenzioni italiane contro le
doppie imposizioni notiamo che la stabile organizzazione viene trattata alla stregua di un soggetto di diritto locale: in buona sostanza si devono
applicare i principi del
transfer price anche nelle
relazioni tra
casa madre e la
branch. Se leggiamo, per fare un esempio, l’art. 7 della convenzione tra Italia e Austria troviamo che al paragrafo 2 si stabilisce che “
quando una impresa di uno Stato contraente svolge la sua attività nell’altro Stato contraente per mezzo di una stabile organizzazione ivi situata, in ciascuno Stato contraente vanno attribuiti a detta stabile organizzazione gli utili che si ritiene sarebbero stati da essa conseguiti se si fosse trattato di un’impresa distinta e separata svolgente attività identiche o analoghe in condizioni identiche o analoghe e in piena indipendenza dall’impresa di cui essa costituisce una stabile organizzazione”.
transfer price si applica anche in questi casi. Infatti, se è pur vero che i
redditi della
stabile organizzazione vengono
imputati alla
casa madre, è anche vero che a fronte di tali redditi la casa madre deve concedere un
credito di imposta.
redditi della
stabile sono
gonfiati, il paese in cui la stessa è localizzata sarà ben lieto, ma la casa madre sarà costretta a concedere un
maggior credito. Diversamente, nell’ipotesi opposta in cui i
redditi della stabile sono
compressi, lo Stato in cui questa è collocata avrà certamente da ridire.
livelli impositivi dei due paesi sono assolutamente
identici.
esempio.
casa madre dello
stato A abbia una
stabile organizzazione nello
stato B e che in entrambi i paesi il
livello impositivo sia al
30%. Supponiamo che il reddito correttamente determinato sia prodotto per
100 dalla casa madre e per
100 dalla stabile.
Paese B vengono pagate le
imposte di
30 mentre nel paese A il reddito della casa madre comprende anche quello della stabile. Il
carico impositivo teorico è di
60 tuttavia, attraverso il credito di imposta concesso, lo stesso si attesta sui 30. La pressione fiscale complessiva è quindi del 30%.
reddito venga
artificiosamente allocato verso la
stabile di modo che la casa madre ha un reddito di 50 e la stabile di 150.
paese B si pagheranno
imposte per
45, ossia il 30% di 150 mentre nel Paese A il carico fiscale teorico sarà sempre di 60, ossia il 30% di 200. Da questo verrà scomputato un
credito di 45. La pressione fiscale non muta rispetto al caso precedente ma risulta
sbilanciata nello
Stato B. Quest’ultimo ringrazierà ma lo Stato A pretenderà l’applicazione del
transfer price nei
rapporti tra
casa madre e
stabile in modo da innalzare il reddito domestico da 50 ai 100 di prima.