16 Ottobre 2015

La Stabilità taglia le imposte sulla prima casa

di Alessandro Bonuzzi
Scarica in PDF

Nella giornata di ieri si è svolto a Palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri n. 87 nell’ambito del quale il Presidente del Consiglio e il Ministro dell’economia hanno illustrato i provvedimenti che saranno attuati con la prossima Legge di Stabilità, una manovra da ben 27 miliardi di euro.

Il pacchetto fiscale è in primo piano.

Dal 2016 il governo prevede il taglio della Tasi sulla prima casa per la quale già oggi non si paga l’Imu. L’intenzione però è quella di stabilire lo stesso trattamento anche per le prime case di lusso, abbattendo per queste sia l’imposta comunale che l’imposta sui servizi; pertanto, anche le prime case di lusso non sconteranno più nessuna imposta. Tutto ciò senza aumenti di imposte sulle seconde case.

Il taglio comprende anche l’Imu e l’Irap agricola nonché l’Imu sui cosiddetti imbullonati.

Vengono meno quindi ingenti risorse per i Comuni che d’altra parte, a detta del governo, dovrebbero essere interamente compensate mediante l’allentamento del patto di stabilità interno.

Per le società ci sarà il taglio dell’aliquota Ires dal 27,5 per cento al 26 per cento nel 2016 e al 24 per cento nel 2017. La riduzione del 2016 è, tuttavia, condizionata dal parere favorevole della Commissione Ue.

Altra novità rilevante per le imprese è il super-ammortamento: chi investe in beni aziendali ammortizza al 140 per cento anziché al 100 per cento il relativo valore fiscale. Rientrano nell’incentivo i macchinari produttivi (compresi i computer) acquistati nell’ultimo trimestre 2015 e nel corso del 2016. Lo sconto non riguarderà invece i fabbricati e i capannoni.

Preso atto dell’insuccesso del regime per i piccoli imprenditori e autonomi introdotto dalla Legge di Stabilità 2015, che doveva sostituire quello dei minimi, sarà rimodulato il sistema di tassazione delle piccole partite Iva sempre però sulla stregua del regime forfettario.

In particolare, si prevede un innalzamento delle attuali soglie di ricavi differenziate per categorie di attività. Per i professionisti la soglia tornerà ad essere quella “classica” dei 30mila euro. Per quanto riguarda tutte le altre tipologie, invece, le soglie del regime forfettario dovrebbero aumentare di 10.000 euro. Inoltre, per le nuove partite Iva l’imposta sostitutiva sarà del 5 per cento in luogo di quella – ordinaria – del 15 per cento per i primi 3 anni (che potrebbero essere 5 se si troveranno le coperture).

Gli autonomi saranno coperti da una serie di tutele lavorative, quali l’indennità di malattia e i congedi parentali, e potranno godere di sgravi fiscali legati alle spese sostenute per la formazione professionale.

Ci sarà inoltre l’innalzamento della soglia per l’utilizzo del denaro contante con l’intento di dare uno stimolo ai consumi.  Il livello sarà portato dagli attuali 1.000 euro a 3.000 euro.

Sono, poi, previsti nuovi interventi di sostegno per le famiglie che vivono in condizioni di povertà. Il sussidio varia a seconda del numero e dell’età (presenza di figli minori) dei componenti del nucleo famigliare fino ad un massimo di 400 euro mensili.

Infine, dovrebbe entrare a regime una misura già annunciata in occasione della scorsa Legge di Stabilità ma mai entrata in vigore. Il riferimento è al pagamento del canone Rai nella bolletta elettrica che dovrebbe essere previsto solo per le abitazioni principali e con l’abbassamento da 113 a 100 euro nel primo anno.