19 Maggio 2015

L’Agenzia “si arrende” all’assenza del quadro VR

di Giovanni Valcarenghi
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In un paese normale, dovrebbe essere sacrosanto il diritto di un contribuente ad avere in restituzione imposte versate in eccesso, a prescindere da qualsiasi formalità omessa o posta in essere in modo non del tutto conforme. D’altro canto, se tanto fiato si spreca per cercare di costruire un rapporto “trasparente e leale” con il Fisco, non può ammettersi che l’Erario possa trattenere indebitamente denari non dovuti. Per essere ancora più esplicito, a mio giudizio l’Erario non potrebbe rifiutare la restituzione nemmeno a seguito del maturare della prescrizione, laddove il contribuente abbia evidenziato nei modelli dichiarativi l’eccedenza spettante.

Tale situazione idilliaca per molto tempo non è stata di attualità in Italia, specialmente nel mondo dell’imposta sul valore aggiunto; correvano ancora i tempi nei quali il rimborso veniva veicolato con la presentazione del modello VR all’Agente della riscossione e, più di una volta, è capitato che tale incombenza non sia stata posta in essere, nonostante l’importo a credito fosse stato evidenziato nel modello dichiarativo.

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