26 Febbraio 2025

Le imposte di bollo e di registro per gli enti sportivi dilettantistici: applicabilità e casistiche

di Gabriele Bacchiega
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In un contesto di rivoluzione dell’imposta indiretta per antonomasia, ovvero l’Iva, che, con il protrarsi di una procedura di infrazione aperta contro l’Italia da parte della Commissione Europea ormai 15 anni fa e per effetto dell’entrata in vigore del D.L. 75/2023 (articolo 36-bis) in data 17 agosto 2023, sta portando a spostare determinate prestazioni di servizi connessi alla pratica sportiva e cessioni di beni o prestazioni di servizi effettuate da enti del mondo associazionistico in genere, da una logica di “esclusione” dall’Iva a quella di “esenzione” da Iva, non bisogna dimenticarsi delle altre imposte indirette presenti nell’ordinamento tributario, che colpiscono la produzione di documenti o la stipula di atti, ovvero le imposte di bollo e di registro.

 

Il contesto normativo

Quanto all’imposta di bollo, la norma di riferimento è il D.P.R. 642/1972, che consta di 42 articoli e di una Tariffa allegata nella quale si riscontrano gli atti, i documenti e i registri la cui formazione “per iscritto” dà il presupposto impositivo della sua debenza. In coda alla norma è presente una Tabella che contiene le stesse tipologie di documenti che, tuttavia, sono esenti dall’imposta “in modo assoluto”.

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