I principi di rendicontazione, in questo caso “ESRS E5: Uso delle risorse ed economia circolare” possono, comunque, risultare utili a determinare il perimetro dell’applicazione di talune attività aziendali in ottica di efficientamento. Vediamo, dunque, sinteticamente cosa viene richiesto a titolo informativo dallo standard E5.
In primo luogo, come di consueto, le aziende devono informare sulle interazioni di queste situazioni con la strategia di business, ed in particolare evidenziare come integrano i principi dell’economia circolare nel loro modello di business. Ad esempio, specificare la loro capacità di recuperare materiali e di integrare strategie di riciclo e riuso nei loro processi produttivi, di gestire i rifiuti, e di adottare misure che favoriscano la riparabilità, la durabilità e la riciclabilità dei prodotti.
Se il modello di business non prevede ancora questa integrazione è opportuno che l’azienda valuti in ottica di strategia futura possibili politiche di ottimizzazione.
Adottare un modello di economia circolare non è privo di difficoltà. Le aziende potrebbero dover affrontare sfide tecniche legate alla trasformazione dei processi produttivi. Ad esempio, la progettazione di prodotti che siano facilmente riparabili o riciclabili richiede una revisione dei materiali utilizzati, delle tecnologie impiegate e delle catene di approvvigionamento. Ciò comporta costi iniziali elevati, che possono rappresentare un ostacolo per molte aziende, soprattutto per quelle di piccole e medie dimensioni.
Nonostante queste sfide, l’adozione dell’economia circolare offre anche significative opportunità per le imprese. In primo luogo, un approccio circolare può portare a risparmi nei costi legati all’acquisto di materie prime, grazie alla maggiore efficienza nell’uso delle risorse e alla riduzione dei rifiuti. Le aziende che adottano pratiche circolari possono anche differenziarsi sul mercato, offrendo prodotti più sostenibili e in linea con le aspettative dei consumatori.
Inoltre, le aziende che si impegnano nell’economia circolare possono migliorare il loro rapporto con gli investitori, che stanno sempre più prestando attenzione agli indicatori ESG (Environmental, Social and Governance) nella valutazione delle performance aziendali. Una solida strategia di economia circolare può rafforzare la reputazione aziendale, ridurre i rischi legati alla scarsità di risorse e alle normative ambientali, e migliorare l’accesso ai finanziamenti verdi.
In questa tematica, come nelle altre relative agli aspetti ESG, l’adozione degli ESRS rappresenta non solo uno strumento di rendicontazione, ma anche una leva per promuovere un cambiamento sistemico verso un futuro più sostenibile.
L’ESRS E5 è uno degli standard specifici della normativa europea sulla rendicontazione di sostenibilità, ed è focalizzato, come detto, sulle modalità con cui le aziende gestiscono l’uso delle risorse materiali, promuovono l’economia circolare e minimizzano l’impatto ambientale attraverso strategie volte al riciclo, riutilizzo e riduzione dei rifiuti. Le principali informazioni richieste dallo standard ESRS E5 riguardano:
- politiche connesse all’uso di risorse ed economia circolare;
- azioni e risorse connesse all’uso delle risorse ed economia circolare;
- obiettivi connessi all’uso delle risorse ed economia circolare;
- metriche relative ai flussi di materiali in entrata;
- metriche relative ai flussi di materiali in uscita.
Le prime 3 categorie di informazioni mirano a far comprendere gli impegni che l’organizzazione intende prendere e le azioni concrete che intende adottare nell’ottica dello sviluppo sostenibile; a ciò si affianca, come di consueto, la richiesta di alcuni KPI tendenti a fornire una dimensione quantitativa degli impatti ambientali delle attività aziendali in termini di utilizzo delle risorse. In questo caso si tratta principalmente di dati relativi al consumo di materie prime ed alla generazione di rifiuti.