7 Maggio 2021

L’impatto di sharing e gig economy sull’Iva: il recente Report Ocse

di Gennaro Napolitano
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Lo scorso 19 aprile l’Ocse ha pubblicato il Report “The Impact of the Growth of the Sharing and Gig Economy on VAT/GST Policy and Administration”, con il quale, nel solco delle attività di studio e ricerca in materia di digital economy, è stato analizzato l’impatto della diffusione della sharing e della gig economy sui meccanismi impositivi dell’Iva e dei tributi su beni e servizi (GSTGoods and Services Tax).

Lo studio, in particolare, pone in risalto il ruolo centrale svolto dalle piattaforme digitali (su cui tali tipologie di economie si fondano), indicando un loro coinvolgimento quale soluzione efficace per garantire un rapido adeguamento dei sistemi di tassazione delle imposte sui consumi da parte delle autorità fiscali nazionali.

Il Report si inserisce nelle attività del Forum Globale Ocse sull’Iva ed è il frutto del lavoro congiunto dei rappresentanti di oltre cento Stati, giurisdizioni e organismi internazionali, nonché di rappresentanti del settore universitario e imprenditoriale.

Scopo del Rapporto è fornire alle autorità fiscali nazionali strumenti in grado di indirizzare ed orientare le attività di progettazione e di attuazione di adeguate ed efficaci politiche fiscali in materia di imposta sul valore aggiunto e imposte sui beni e servizi (Iva/Gst) nel settore della gig economy e della sharing economy.

Tale settore, infatti, nel corso degli ultimi anni ha registrato una forte ascesa, alimentato dallo sviluppo e dalla diffusione delle piattaforme digitali, contribuendo alla trasformazione in senso tecnologico di ampi comparti dell’economia.

Punto di partenza dell’analisi Ocse è l’affermazione secondo cui gli strumenti tecnologici a disposizione degli operatori economici hanno determinato l’affermarsi di nuovi mercati il cui funzionamento ruota intorno all’utilizzo delle piattaforme digitali, sulle quali vengono effettuate molteplici transazioni commerciali secondo modelli operativi estremamente flessibili rispetto a quelli propri dei modelli di scambio tradizionali.

Nel corso degli ultimi anni, la sharing economy e la gig economy hanno visto aumentare esponenzialmente la propria rilevanza, favorendo, su scala globale, attraverso il ricorso alle piattaforme digitali, la messa a disposizione in favore di terzi, dietro corrispettivo, di beni e servizi ormai di ampio consumo (il Report, in particolare, si sofferma sui settori dell’ospitalità e dei trasporti).

In tale contesto agiscono moltissimi operatori economici rispetto alla cui attività ci si è chiesti se i regimi amministrativo/fiscali ad oggi esistenti in materia di Iva/Gst siano in grado di intercettare efficacemente questa nuova realtà economica, al fine di proteggere e salvaguardare, in particolare, le entrate derivanti dalle imposte sul consumo e di ridurre, quindi, al minimo le distorsioni economiche. In altri termini, è sorto il dubbio circa il se i meccanismi impositivi sul consumo tradizionalmente adottati dalle autorità fiscali nazionali necessitino di un’opera di adeguamento e ammodernamento in funzione dei significativi mutamenti operativi indotti dal diffondersi di sharing e gig economy.

Il Report in esame delinea le coordinate di fondo di una strategia di politica fiscale globale in materia di Iva/Gst allo scopo di fornire alle autorità fiscali nazionali uno strumentario a cui attingere per l’implementazione di soluzioni operative efficaci.

A tal fine, vengono in primo luogo analizzate le caratteristiche peculiari della sharing economy e della gig economy, nonchè i suoi principali modelli di business.

Successivamente, vengono identificate le sfide e le opportunità associate alla diffusione delle piattaforme digitali e analizzati i principali profili di criticità in materia di Iva/Gst. Il Report, inoltre, si caratterizza per la definizione di un’ampia gamma di possibili misure e approcci per supportare una risposta politico-tributaria efficace.

L’Ocse, quindi, definisce a favore delle autorità fiscali nazionali una serie di misure utili alla creazione, all’interno delle rispettive giurisdizioni, di regimi fiscali e amministrativi in grado di fornire risposte adeguate alle sfide poste dalla sharing economy e dalla gig economy.

Le soluzioni, indicate, peraltro si fondano su un presupposto comune rappresentato dalla necessità che le stesse siano adeguate rispetto alle caratteristiche dello specifico mercato di riferimento.

Inoltre, le soluzioni delineate dall’Ocse mettono in evidenza il ruolo che può essere svolto dalle piattaforme digitali nel fornire dati e informazioni alle autorità fiscali nazionali nonché nel contribuire ai meccanismi di riscossione dell’Iva e delle imposte su beni e servizi in relazione alle attività economiche che si svolgono per il tramite delle piattaforme stesse.

Il Report, infine, punta il focus sull’opportunità, da un lato, di far ricorso agli strumenti di analisi del rischio in funzione della creazione di meccanismi di accertamento più efficaci e, dall’altro, di utilizzare i dati derivanti dallo scambio automatico obbligatorio di informazioni tra giurisdizioni fiscali per garantire migliori risultati nell’attuazione delle misure che verranno adottate, che, peraltro, dovranno essere accompagnate da adeguati meccanismi sanzionatori.