L’importanza dei libri “sociali”
di Guido MartinelliMarta SaccaroIn questi giorni in cui gli enti non commerciali, con periodo d’imposta chiuso al 31 dicembre, stanno “celebrando” le assemblee per l’approvazione del bilancio, ci fa piacere evidenziare un aspetto che molti tendono a sottovalutare. Si tratta della gestione ordinata dei libri “sociali” che comporta, tra l’altro, l’onere di trascrivere il verbale di approvazione del bilancio annuale nel libro dei verbali delle assemblee. Solo in questo modo l’ente è in grado di dimostrare che la riunione si è validamente tenuta, quanti erano i partecipanti e quali le delibere assunte (in particolare anche in merito al risultato della gestione). In allegato al verbale è poi opportuno trascrivere il bilancio e, se ci sono state raccolte di fondi, anche i singoli rendiconti di ogni raccolta. Se in assemblea sono stati nominati nuovi amministratori dell’ente (o confermati gli uscenti) anche questa delibera deve risultare trascritta nel libro.
Negli enti di tipo associativo è poi necessario identificare con estrema precisione chi sono i soggetti che, in regola con il pagamento della quota associativa annuale, sono a tutti gli effetti associati al sodalizio. L’attività svolta dalle associazioni nei confronti dei propri soci consente infatti rilevanti agevolazioni fiscali. Per garantire una migliore trasparenza dell’attività, l’elenco dei soci deve annualmente essere riportato sul libro dei soci, sul quale si consiglia di annotare anche l’importo della quota associativa pagata. Questo importo troverà corrispondenza nella contabilità istituzionale dell’associazione: il totale delle somme incassate a titolo di quota associativa va infatti riportato nel bilancio annuale, come entrata tipica dell’attività istituzionale.





