L’OCSE e le novità del terzo webcast di aggiornamento in tema di CbCR
di Davide De GiorgiRaffaello Fossati
Il 19 maggio 2014 è andato in scena il terzo webcast di aggiornamento dove l’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OCSE) ha evidenziato gli sviluppi della discussione internazionale in materia di “reportistisca nazione per nazione” (c.d. CbC Reporting).
Il progetto di introdurre un Modello di Transfer pricing documentation “standardizzato” per tutti i soggetti che operano nel perimetro OCSE, nel rispetto dell’azione 13 del programma BEPS, è oggetto di discussione sia dal lato del carico di ONERI amministrativi a carico alle imprese, sia dal lato del rispetto della confidenzialità.
L’ordine del giorno della riunione del 19 maggio si è sviluppato in tre sezioni: focus CbCR, metodi di archiviazione e condivisione tra le Amministrazioni della documentazione e contenuto del master file e del local files.
Sembra essere emersa da parte dell’OCSE la volontà di MODIFICARE il progetto originario anche sulla scia delle perplessità messe in evidenza dagli operatori nel corso del secondo webcast andato in onda il 2 aprile 2014, durante il quale sono stati presentati oltre 150 commenti da parte degli attori istituzionali e dei players del mercato.
I rappresentanti del gruppo di lavoro dell’OCSE hanno spiegato che alcune delle critiche mosse sono state prese in considerazione e si sta vagliando la possibilità di intervenire a modifica del progetto originario.
Come segnalato su questa pagine in un articolo del 17 aprile 2014 (v. L’Action Plan dell’OCSE e le novità sulla documentazione in materia di Transfer Pricing emerse nel secondo webcast di aggiornamento, di Raffaello Fossati e Davide De Giorgi) il vero problema è riuscire a far combaciare l’esigenza informativa con quella del diritto alla riservatezza dei dati aziendali, OLTRE alle problematiche espresse in termini di costi di compliance.
Il modello dovrebbe essere depositato presso l’Amministrazione finanziaria della società capogruppo entro un anno della fine dell’anno fiscale e poi messo in circolazione tra le diverse Amministrazioni finanziarie coinvolte.
Infatti, se è pur vero che le informazioni, per potersi considerare utili, devono poter circolare in maniera celere tra le varie Amministrazioni finanziarie, non si deve trascurare il fatto che i dati contenuti nella documentazione devono essere protetti in maniera adeguata. Senza ombra di dubbio infatti, la disponibilità dei dati, e la loro lavorazione, potrebbe essere foriera di rivelazioni di segreti industriali e processi commerciali che rendono unica l’impresa sul mercato.
Un approccio ritenuto condivisibile potrebbe essere quello di condividere l’informazione con le procedure previste dai trattati bilaterali o multilaterali per lo scambio di informazioni.
Una serie di altri argomenti sono rimasti sul tappeto della discussione. Tra gli altri punti ancora da chiarire ci sono i profili sanzionatori, l’uso di comparables locali o regionali, la lingua e le problematiche legate alla traduzione, il tema dell’allineamento temporale dell’adempimento.
Infine, considerata la portata globale del progetto, è stata sollevata l’esigenza di allargare la partecipazione ai lavori anche ai rappresentanti dei Paesi non OCSE. Sul punto è stato ribadito che, seppur vi siano contatti di varia natura con le economie c.d. emergenti, il progetto è ancora limitato ai soli Paesi appartenenti all’organizzazione.
A chiusura dei lavori il Segretariato dell’OCSE ha introdotto ai partecipanti la prossima discussione sul trattamento dei servizi a basso valore e ha chiarito che altre misure di semplificazione sono calendarizzate per il 2015.