M&A professionali: le ricadute sul sistema in vista di una proposta di legge
di Fiammetta Leoni – Sintesi Comunicazione – Ufficio Stampa di MpODurante il talk show organizzato da MpO & Partners e Il Corriere della Sera/Economia
rinomati esperti e presidenti di categoria hanno analizzato gli effetti positivi
sui professionisti, sui loro dipendenti, sul mercato e sul gettito fiscale
di un’evoluzione da studio mono-professionale a realtà organizzate
Si è svolta online il 21 giugno scorso la tavola rotonda dal titolo “Professioni e Futuro – I Risvolti sociali delle operazioni di M&A Professionali organizzata insieme a Il Corriere della Sera/L’Economia da MpO &Partners – prima realtà in Italia specializzata in aggregazioni/fusioni/acquisizioni nel mondo professionale – con l’obiettivo di creare una proposta di legge che regolamenti questi processi da un punto di vista civilistico, fiscale e previdenziale.
Primo di una nuova trilogia di eventi dedicati ai vantaggi derivanti dalle operazioni di M&A di Studi Professionali, il talk show ha ospitato: Alberto Oliveti, Presidente ADEPP (Associazione Enti Previdenza Privata); Luigi Pansini, Presidente Associazione Nazionale Forense; Gaetano Stella, Presidente Confprofessioni; Enrico Zanetti, Ex Vice Ministro Economia e Finanza; Alberto Pirone, Presidente del Gruppo Clarity, oltre ovviamente ai founder di MpO, Corrado Mandirola e Alessandro Siess.
“In Italia contiamo più di un milione e mezzo di professionisti nelle diverse categorie” ha introdotto Alessandro Siess di MpO “la maggior parte dei quali rappresentano studi mono-professionali che fanno ormai fatica a reggere la concorrenza e lo standard qualitativo dei grandi studi, sempre più numerosi nel nostro Paese. Le aggregazioni sono uno strumento alternativo e competitivo, al servizio di una categoria che rappresenta una percentuale significativa del prodotto interno lordo nazionale. Senza contare gli effetti di tali operazioni sulla vita di dipendenti e collaboratori, spesso altrimenti costretti a dover cambiare lavoro, oppure a reinventarsi, ogni qual volta il dominus/titolare decida di chiudere la propria attività professionale”.
Alberto Oliveti, Presidente ADEPP, ha sottolineato inoltre come un mercato frammentato sia poco sensibile al valore professionale, mentre le aggregazioni, se ben gestite, possono favorire redditi adeguati e soprattutto una maggiore specializzazione: “Qualsiasi evoluzione migliorativa dell’esercizio della professione è auspicata da molti punti di vista. Dobbiamo innovare attraverso una cultura che accolga nuove forme di svolgimento dell’attività. L’aggregazione multidisciplinare è una di queste espressioni, anche per contrastare una concorrenza straniera sempre più forte. Noi professionisti per primi dobbiamo condividere questa cultura, ma anche i decisori che devono tradurla in fatti”.
Alla domanda di come le aggregazioni possano aiutare i giovani avvocati ad avviare un’attività in proprio, Luigi Pansini, Presidente Associazione Nazionale Forense, ha spiegato come la pandemia abbia messo in evidenza il “castello di sabbia” che caratterizza la professione legale, dividendola i due fasce: quella dei grandi studi, tutto sommato autosufficiente, e quella dell’avvocatura minore che invece ha la necessità di trovare nuovi assetti. “Nonostante delle Leggi ad hoc,” sottolinea Pansini “Il nostro comparto è rimasto senza regolamentazioni concrete per disciplinare in forma societaria l’esercizio della professione legale, anche attraverso modelli multidisciplinari. Serve inoltre una politica fiscale diversa affinché possiamo avvalerci della possibilità di aggregarci”.