9 Maggio 2014

Maggio mese dell’asparago

di Chicco Rossi
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Uno dei risotti migliori che si possa mangiare, a parere di Chicco Rossi, è quello con l’asparago, se poi selvatico ancora meglio.

Ecco che allora oggi andiamo all’inseguimento dell’asparago, passeggiando per luoghi dove è stata fatta la storia e dove è iniziato a brillare l’astro di uno dei più grandi condottieri della storia, quel Napoleone Bonaparte che, senza timor di smentita, può essere sicuramente accostato ad Alessandro Magno, Giulio Cesare e Gengis Khan.

Andiamo nella Terra dei Forti che ha dato i natali a una campionessa olimpica.

Infatti a Rivoli Veronese è nata una certa Sara Simeoni, campionessa olimpica e detentrice del record mondiale di salto in alto quando l’atletica era uno sport puro, ma questo è un altro discorso.

La battaglia di Rivoli, infatti, fu uno degli scontri decisivi combattuti dalle truppe francesi dell’Armata d’Italia, contro l’esercito austriaco.

Senza diventar tediosi non si può non segnalare come l’asparago di Verona è al centro di eventi anche in un altro paese legato alla prima campagna d’Italia del corso, quell’Arcole, altro snodo fondamentale (tant’è vero che è ricordata anche in un bassorilievo dell’Arc de Triomphe).

Ma perché Terra dei forti? Ebbene, intorno alla metà dell’800, per proteggere la strada per il Brennero e lo sbocco della Val d’Adige, gli austriaci crearono la piazza di sbarramento di Rivoli-Ceraino con 4 forti:

  • la Chiusa Veneta ed il Hlawaty a Ceraino;
  • il Mollinary a Monte di Sant’Ambrogio e
  • il Wohlgemuth a Rivoli.

La nostra passeggiata può iniziare alla chiusa di Ceraino, così chiamata perché l’Adige forma due strette anse e vi scorre con una dolcezza romantica, e al relativo Forte, per poi proseguire fino a Rivoli Veronese nostra meta finale.

A poca distanza si può andare a degustare un buon vino, basta deviare verso Belluno Veronese all’azienda agricola Roeno che ci aspetta con i suoi vini e la sua cucina genuina che ricorda quella di una volta.

Riposandoci e in attesa di proseguire la nostra gita seguendo l’Adige, perché non degustare un generoso Enantio, il vino ottenuto dalle omonime uve, conosciute già ai tempi di Plinio il Vecchio (“La brusca: hoc est vitis silvestris, quod vocatur oenanthium…”) e dal lambrusco a foglia frastagliata mangiando una splendida selezione di formaggi della Lessinia e la carne affumicata?

Il vino invecchia in barriques di legno francese per circa 15 mesi a cui ne seguono altri 5 in bottiglia.

Di colore rosso rubino scuro, al naso si presenta fruttato, con prevalenza di frutti di bosco, e con toni leggermente speziati che ricordano l’incenso e il tabacco, mentre in bocca è equilibrato, intenso, di corpo, e con una buona chiusura.

Riprendiamo il nostro cammino per arrivare in quel di rue de Rivoli, pardon Rivoli Veronese per andare a visitare il relativo Forte, ben conservato e da cui è possibile fruire di una vista mozzafiato su tutta la Val d’Adige.

Ma ecco giunto il momento di degustare il bramato risotto agli asparagi.

La scelta ricade non su un ristorante o una locanda (se mai vogliate vi consiglio il Ristorante Bonaparte), bensì su uno degli stand gastronomici che offrono comunque un ottimo risotto con gli asparagi ma soprattutto la possibilità di stappare una chicca portata dall’amico Maxi: il Sauvignon “asparagi” 2013 della Cantina di Terlano.

Dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini, all’olfatto si presenta con un sentore floreale di sambuco, ortica e note di peperoni verdi. Alla beva asciutto, fresco con la giusta acidità e con una sorprendente lunghezza finale.

E per quelli che non riuscissero a organizzarsi in tempo per questo fine settimana, si può sempre recuperare andando nella vicina Cavaion Veronese dove si replica il 21 maggio e dove il buon Chicco Rossi vi trova anche da fare un buon shopping di bollicine presso l’azienda Monte Saline.

Qui troverete un sorprendente metodo classico ottenuto da uve pinot nero e corvina e perché no, osando, un chiaretto spumante brut metodo classico. Buoni vini e prezzi onesti.

A dire il vero, sapete perché siamo arrivati a Cavaion Veronese?

È da prima di Pasqua che avevo in mente di fare un viaggio in un paese da scoprire, soprattutto nei suoi dintorni, un giorno prometto ci andremo, che pochi conoscono, ma che è simbolo di quell’arma dei Carabinieri che ha sta festeggiato i 200 anni, Pastrengo, dove vi fu la carica in quel 30 aprile 1848 e dove ogni anno ve ne è una rappresentazione.

Leggenda vuole che la carica, effettuata dagli Squadroni da Guerra” dei carabinieri reali assegnati alla protezione personale del Re Carlo Alberto di Savoia, si sia resa necessaria per liberare il Re che si era fatto sorprendere dagli austriaci in un casolare in quel di Cavaion Veronese in compagnia dell’amante …