10 Ottobre 2024

Motivi per aderire al CPB

di Alessandro Bonuzzi
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La scheda di FISCOPRATICO

I vantaggi che può portare con sé l’adesione al nuovo istituto del concordato preventivo biennale (CPB) sono, sostanzialmente, da una parte, di natura economico-finanziaria e, dall’altra, riconducibili alla limitazione del potere accertativo dell’Amministrativo finanziaria.

Con riferimento al primo aspetto, l’analisi va effettuata caso per caso, risultando generalmente conveniente l’accettazione della proposta concordataria laddove il reddito prospettico del biennio del contribuente sia ragionevolmente in crescita. Ciò è evidentemente più probabile che si verifichi per le nuove partite Iva, il cui fatturato è in fase di fisiologia espansione, oppure per tutte quelle imprese e quei professionisti che nei 3 periodi d’imposta antecedenti al 2024 non hanno brillato per redditività, avendo magari dichiarato un reddito in calo, e che invece da quest’anno hanno prospettive di crescita.

In questi casi, infatti, il reddito concordato 2024-2025 potrebbe tendenzialmente risultare inferiore al corrispondente reddito effettivo, soprattutto in presenza di una pagella Isa comunque più che positiva.

Si tratta dell’esempio in cui il contribuente ha dichiarato un reddito d’impresa:

  • nel 2021, di 220.000 euro, a cui ha corrisposto un voto Isa tra il 9 e il 10;
  • nel 2022, di 214.000 euro, a cui ha corrisposto un voto Isa tra il 9 e il 10;
  • nel 2023, di 194.000 euro, a cui corrisponde un voto Isa tra il 9 e il 10.

Sulla base di tali risultanze, il reddito proposto ai fini del CPB risulta pari a:

  • 187.000 euro, per l’anno d’imposta 2024;
  • 189.000 euro, per l’anno d’imposta 2025.

È evidente che se la ragionevole prospettiva dell’impresa interessata è quella di realizzare nel biennio concordatario un reddito effettivo anche solo in linea con quello dichiarato nel triennio 2021-2023, l’adesione al CPB diventa interessante, siccome ne potrebbe derivare un carico impositivo complessivamente inferiore. Certo è che se per il 2024, a questo punto dell’anno, il reddito prospettico potrebbe essere facilmente intuibile, per il 2025 la stima si presenta senz’altro più difficoltosa.

Si deve poi rilevare che al (potenziale) risparmio impositivo si sommano le limitazioni al potere accertativo dell’Amministrazione finanziaria delle quali possono beneficiare i contribuenti che aderiscono alla proposta concordataria. E qui entra in gioco il secondo aspetto.

A tal riguardo, sulla base di quanto previsto dall’articolo 34, comma 1, D.Lgs. 13/2024, per i periodi di imposta oggetto del concordato, non possono essere effettuati gli accertamenti di cui all’articolo 39 D.P.R. 600/1973, salvo che in esito all’attività istruttoria dell’Amministrazione finanziaria ricorrano le cause di decadenza del concordato di cui agli articoli 22 e 33 D.Lgs. 13/2024.

In pratica, quindi, la disapplicazione riguarda gli accertamenti analitici, analitico-induttivi e induttivi puri ai fini delle imposte dirette e trova applicazione sempreché da accessi, ispezioni, verifiche o invio di questionari (cd. attività istruttoria) non scaturisca un avviso di accertamento idoneo a determinare la decadenza dal concordato preventivo. Ciò accadrebbe, ad esempio, laddove dalle verifiche emergessero attività non dichiarate per un importo superiore al 30% dei ricavi dichiarati nei periodi d’imposta oggetto di concordato (2024-2025) o nel periodo d’imposta precedente (2023).

Un ulteriore incentivo, sebbene indiretto, ad aderire al CPB è dato dal comma 2, dell’articolo 34, D.Lgs. 13/2024, laddove si prevede che “L’Agenzia delle entrate e il Corpo della Guardia di finanza programmano l’impiego di maggiore capacità operativa per intensificare l’attività di controllo nei confronti dei soggetti che non aderiscono al concordato preventivo biennale o ne decadono”.

Perdipiù, solo qualche giorno fa, il Viceministro Maurizio Leo ha avuto modo di affermare che i soggetti che non aderiranno al concordato preventivo biennale saranno inseriti in liste selettive, senza però che ciò comporti un qualche automatismo in termini di accertamento.

Non è dato a sapere, a priori, la reale portata né della previsione normativa, né delle intenzioni dell’Amministrazione finanziaria.

Molto, se non tutto, dipenderà dal tasso di adesione alla proposta concordataria che potrebbe essere influenzato positivamente dalla novità dell’ultima ora, ossia dalla possibilità per i soggetti Isa aderenti al CPB di accedere a una sorta di sanatoria in materia di accertamento delle annualità dal 2018 al 2022.