Podcast interattivi: come evolverà il futuro?
di Ester Memeo - Podcast ProducerDi recente ho fatto questa riflessione leggendo un articolo di The Verge sull’argomento. In effetti il grande limite che ad oggi ancora esiste nel podcasting è la possibilità di interagire direttamente con la propria audience.
Per sua natura il podcast è un canale on demand in cui i contenuti sono fruibili quando e dove si preferisce. Sono pochi gli show live che permettono di interagire in diretta con il creator. Questo significa che il podcast è una comunicazione ancora per lo più unidirezionale che l’utente ascolta passivamente senza poter dire la sua. E questo è un vero peccato considerando che questo tipo di comunicazione è percepita dagli utenti come più intima e autentica rispetto ad altri.
Lo scenario futuro, però, pare prospettarsi in modo diverso. Almeno questo è quanto fanno presupporre le recenti integrazioni di alcuni player del settore. Spotify, ad esempio, ha introdotto la possibilità di inserire domande e sondaggi a chi crea podcast attraverso la propria piattaforma hosting Anchor. In questo modo gli ascoltatori possono lasciare un feedback o commentare i contenuti ascoltati. Chi lo sta usando nota un reale coinvolgimento attivo alla discussione, specie se gli stessi commenti degli utenti sono ripresi e menzionati nelle puntate successive da parte del podcaster.
A latere, anche Facebook, sull’onda pionieristica di Clubhouse, ha introdotto le Live Audio Rooms e i podcast sulla propria piattaforma (features per ora disponibili negli Stati Uniti). Si potrà, dunque, commentare e lasciare reaction ai contenuti ascoltati raccogliendo così i contributi degli utenti.
All’estero i podcast interattivi sono già conosciuti. La Cina ad esempio è tra i Paesi che traccia la strada in tale direzione. Esistono infatti applicazioni che permettono agli ascoltatori di creare gruppi di discussione sui temi dello show podcast coinvolgendo in modo attivo le persone.
Personalmente credo che i podcast interattivi siano un’evoluzione interessante sia per i creator che per le aziende. Avere la possibilità di raccogliere le impressioni e i feedback di chi ci ascolta ci permette di migliorare o direzionare meglio i contenuti rispondendo in modo specifico alle esigenze del target.
Il rovescio della medaglia? Ricevere tra questi anche commenti poco costruttivi e di nessun valore se non addirittura di polemica gratuita, un po’ come succede sui social. Ma questo è un altro problema che non riguarda l’uso dello strumento ma l’abitudine alla poca empatia digitale.
In ogni caso l’interattività sarà molto probabilmente il futuro dell’audio. Attenderemo, quindi, le innovazioni tecnologiche che le piattaforme offriranno a utenti e creator in tal senso. Cosa ne pensi al riguardo? Se vuoi lascia un commento. Sarà interessante conoscere la tua opinione.