Professioniste e imprese femminili: prorogato l’accesso al credito
di Giovanna GrecoIl Protocollo d’Intesa per lo sviluppo e la crescita delle imprese femminili e delle libere professioniste per l’accesso al credito, sottoscritto il 4 giugno 2014, tra Dipartimento per le pari opportunità, Ministero dello sviluppo economico, Associazione bancaria italiana (ABI), Confindustria, Confapi, Rete Imprese Italia e Alleanza delle Cooperative Italiane, giunto a naturale scadenza il 31 dicembre 2015, è stato prorogato per ulteriori due anni, ossia fino al 31 dicembre 2017, al fine di continuare la positiva esperienza e valorizzare ulteriormente le attività proficuamente avviate dalle banche e dalle parti firmatarie.
I destinatari degli interventi sono le lavoratici autonome, comprese le libere professioniste e le piccole e medie imprese (PMI) a prevalente partecipazione femminile, operanti in qualsiasi settore che, al momento della presentazione della domanda, siano “in bonis”, ossia non abbiano posizioni debitorie classificate come sofferenze, inadempienze probabili o esposizioni scadute/sconfinanti da oltre 90 giorni.
Per “impresa a prevalente partecipazione femminile”, si intende:
- l’impresa individuale in cui il titolare è una donna;
- la società di persone nella quale la maggioranza numerica di donne non sia inferiore al 60% dei soci;
- la società di capitali dove le quote di partecipazione al capitale siano per almeno i 2/3 di proprietà di donne e gli organi di amministrazione costituiti per almeno i 2/3 da donne;
- le cooperative nelle quali la maggioranza numerica di donne non sia inferiore al 60% dei soci.
Il Protocollo prevede che ciascuna delle banche aderenti metta a disposizione delle imprese femminili e delle lavoratrici autonome un determinato plafond finanziario, diretto alla concessione di finanziamenti, a condizioni competitive, mediante le seguenti tre linee direttrici:
- “Investiamo nelle donne”: finanziamenti finalizzati a realizzare nuovi investimenti, materiali o immateriali, per lo sviluppo dell’attività di impresa ovvero della libera professione;
- “Donne in ripresa”: finanziamenti finalizzati a favorire la ripresa delle PMI e delle lavoratrici autonome che, per effetto della crisi, attraversano una momentanea situazione di difficoltà;
- “Donne in start-up”: finanziamenti finalizzati a favorire la costituzione di nuove imprese a prevalente partecipazione femminile ovvero l’avvio della libera professione.
I suddetti finanziamenti potranno beneficiare della garanzia della Sezione speciale del Fondo di garanzia per le PMI in favore delle imprese a prevalente partecipazione femminile o delle possibili garanzie, pubbliche o private, che le banche riterranno utile acquisire.
Inoltre, il Protocollo prevede la possibilità che il rimborso del capitale dei finanziamenti erogati possa essere sospeso, una sola volta nell’intero periodo dell’ammortamento del finanziamento bancario e per un periodo fino a 12 mesi, solo nei seguenti casi:
- maternità dell’imprenditrice o della lavoratrice autonoma;
- malattia invalidante di un genitore o di un parente o affine entro il terzo grado conviventi dell’imprenditrice o della lavoratrice autonoma;
- grave malattia dell’imprenditrice o della lavoratrice autonoma, ovvero del suo coniuge, o convivente, o dei figli anche adottivi.