18 Settembre 2015

Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico

di Andrea Valiotto
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I mari di Trieste

I_MARI_DI_TRIESTEFederica Manzon

Bompiani

Prezzo – 17

Pagine – 128


Trieste è il suo mare. Un mare diverso da qualsiasi altro, che da subito cambia nome e diventa più familiarmente “bagno”, a indicarne una prossimità domestica: molteplice e paradossale. Al bagno ci si va non solo a prendere il sole, ma a chiacchierare, correre, litigare, lasciare giuramenti, con la pelle cosparsa di olio o con la sciarpa in pile tirata fino sopra il naso. Fin dall’infanzia si assorbe “questa familiarità con il mare, con il sentimento della sua necessità; quel senso delle grandi estati e della loro apertura. Un’apertura che non è solo fisica, ma anche culturale e umana”. Ogni bagno a Trieste è rigorosamente diverso dall’altro. Ognuno sa riconoscere il proprio a istinto, così come ogni scrittore sa raccontarlo: La Diga di Claudio Grisancich e Gillo Dorfles, gli scogli di Barcola nei ricordi d’infanzia di Claudio Magris, Mauro Covacich e Boris Pahor, l’ambigua e seducente Costa dei Barbari di Mary Barbara Tolusso, il Bagno Militare di Pietro Spirito, il bagno Sticco visitato da Veit Heinichen, il popolare Pedocìn di Pino Roveredo, fino al leggendario bagno Ausonia raccontato da Alessandro Mezzena Lona. A Trieste il mare non si può sfuggire, e il mito asburgico si frantuma e si ricompone nella promessa di una felicità sempre rimandata e mai smentita, sospesa tra la malinconia che prende a guardare il mare dai Campi Elisi la sera e la nostalgia fugace per la risata di un ragazzino che chiama il tuffo, bomba americana. Nei bagni Trieste splende delle sue contraddizioni, quelle stesse che tormentano i suoi migliori scrittori: l’anima vispa e licenziosa che si aggira per le strade, il tempo immobile e la Bora che può far uscire matti, la noncuranza leggera delle abitudini, la sua iride blu marino.

 

L’ultima notte del Rais

LULTIMA_NOTTE_DEL_RAISYasmina Khadra

Sellerio

Prezzo – 15

Pagine – 168


Il colonnello Gheddafi trascorre nel tormento le sue ultime ore. Abbandonato da tutti, assalito dai dubbi, si è reso conto troppo tardi della devastazione in cui versa il suo paese, e adesso la solitudine lo costringe a guardarsi dentro e a ripercorrere nella memoria la propria vita. La megalomania l’ha spinto a credere di poter incarnare la sua stessa nazione, convinto che da sovrano assoluto potesse regnare liberamente. Narcisista ed esuberante, esaltato dalla sua lotta salvifica, il «più umile dei Signori» ha infierito sul popolo per servirlo al meglio, eliminando i calunniatori e sfidando senza ritegno i potenti della terra. Ma cosa resta della sua follia ora che la sua stessa gente, dopo averlo acclamato e osannato, si prepara a linciarlo? L’ultima notte del Rais immagina e racconta il volto di un uomo nato sotto il segno dell’ingiustizia, che sogna un riscatto individuale e collettivo. Nelle ore fatali del declino, il Rais torna all’infanzia, ripensa ai primi amori, alla ribellione e all’irrequietezza che sempre lo hanno segnato. Rivede i momenti in cui ha avuto fede in sé e nella sua nazione e ha cercato di sollevarla dalla povertà, dallo sfruttamento, per creare un grande paese e un grande popolo. Fin quando l’immensità di quella visione, e di quel potere, si è trasformata in terrore e autoritarismo. Con una lingua brillante, autentica trasposizione letteraria del personaggio storico e del suo mistero, il romanzo scruta l’irriducibile rivoluzionario e il sognatore sanguinario, prigioniero delle sue azioni e delle sue angosce, di eccessi e ossessioni. Raccontando in prima persona la vita del Rais, Yasmina Khadra inventa un’illusione e coinvolge il lettore per delineare il ritratto di un personaggio di grande complessità, crudele e fragile al medesimo tempo di fronte al crollo di un mondo, reale e immaginario, di cui è stato autore e principale attore. Un dio in terra che di colpo si è scoperto uomo.

 

Un anno con Salinger

UN_ANNO_CON_SALINGERJoanna Rakoff

Neri Pozza

Prezzo – 17

Pagine – 288


Gonna e maglioncino da ragazza perbene, stile Sylvia Plath allo Smith College, ogni mattina Joanna Rakoff si reca sulla Quarantanovesima ed entra nel palazzo stretto e anonimo in cui ha sede l’agenzia letteraria dove lavora. Un’agenzia antica, prestigiosissima, probabilmente la più antica tra quelle ancora in attività nella metà degli anni Novanta a New York. Lì sta seduta tutto il giorno, con le gambe accavallate su una poltroncina girevole a rispondere agli ordini del suo capo, la «direttrice» dalle dita lunghe, snelle, bianche che si accende una sigaretta dietro l’altra con un’enfasi degna di Lauren Bacall. Ogni frase, ogni gesto e commento della direttrice, e di Olivia, Max e Lucy – gli agenti, un distillato del fascino démodé dell’Agenzia con le loro presentazioni al KGB Bar, e la loro vita fatta di una sequenza infinita di feste – le rammentano che l’agenzia non è solo un’azienda, ma uno stile di vita, una cultura, una comunità, una casa. Qualcosa di più simile a una società segreta o a una religione, con dei rituali ben definiti e delle divinità da adorare: Fitzgerald, una sorta di semidio; Dylan Tho mas, Faulkner, Langston Hughes e Agatha Christie, divinità minori e, alla guida del pantheon, la più pura, assoluta divinità, lo Scrittore rappresentato da sempre dall’agenzia: Jerry, alias J.D. Salinger. Avvezza già all’era digitale dei Macintosh nella New York della metà degli anni Novanta, Joanna viene spedita davanti a un dittafono, un aggeggio degli anni Cinquanta deliziosamente arcaico e, insieme, sinistramente futuribile, e poi di fronte a una macchina da scrivere, a battere lettere sulla carta intestata dell’Agenzia – cento grammi, giallastra, di un formato più piccolo del normale –, lettere indirizzate ai fan dell’autore del Giovane Holden, che contengono un testo standard: «Come forse saprà, il signor Salinger non desidera ricevere posta dai lettori, quindi non possiamo inoltrargli il suo cortese messaggio…» I destinatari rappresentano la vasta costellazione degli holdeniani: pazzi che sproloquiano del giovane Caulfield in pagine scarabocchiate a matita; studentesse che dichiara no il loro amore per l’eroe salingeriano; adolescenti spossati dalla tirannia del mondo materiale. Può, però, una luminosa ragazza con ambizioni poetiche fare semplicemente da «buttafuori editoriale»? Di nascosto dalla direttrice, Joanna decide di dedicarsi anima e corpo alla posta del cuore di Jerry, parlando in prima persona e firmandosi con il nome e cognome dell’autore.  Finché, in «un pomeriggio ventoso di novembre, un uomo alto e magro» fa il suo ingresso in agenzia: Jerry, alias J.D. Salinger in persona. Vera storia dell’anno trascorso da Joanna Rakoff nell’agenzia dell’autore del Giovane Holden, Un anno con Salinger illumina il mondo scomparso dell’editoria newyorchese e costituisce, insieme, una brillante dichiarazione d’amore per la letteratura.

 

Leggende del deserto americano

LEGGENDE_DEL_DESERTO_AMERICANOAlex Shoumatoff

Einaudi

Prezzo – 26

Pagine – 610


Dai miti di fondazione dei nativi, alle leggendarie figure del Far West. Dalle instancabili corse del road runner (il Bip Bip di Willy il Coyote), alla piccantezza mozzafiato dei jalapeños e dei piquín usati dagli indiani per tenere lontani gli spiriti maligni. Dal sogno del coast to coast, alla scoperta della cruenta realtà della coltivazione e del traffico di papaveri e marijuana. Un viaggio appassionante per riportare alla luce gli innumerevoli segreti di una terra primordiale, aspra e selvaggia. Un affresco sfaccettato, di volta in volta violento, commovente e umano, per raccontare un territorio ben delimitato dalla geografia ma, soprattutto, un luogo dell’immaginario dove più che in qualsiasi altro la terra assomiglia all’oceano.

 

Apparentemente semplice

APPARENTEMENTE_SEMPLICELeopoldo Gasbarro e Niko Romito

Sperling & Kupfer

Prezzo – 17,90

Pagine – 252


 

La scomparsa improvvisa del padre e una trattoria a Rivisondoli, fra i monti dell’Abruzzo, da portare avanti. Almeno per la stagione invernale, si era detto Niko Romito, che fino a quel giorno al massimo si era preparato mozzarella e ketchup. E invece scopre così, per caso, il fascino della cucina: a cinque esami dalla laurea abbandona Economia e una vita spensierata a Roma per rimettersi a studiare. Prima qualche corso – correndo di notte su e giù per l’Italia per incastrarlo nei giorni di chiusura del locale – poi tante, tante prove ai fornelli nel tentativo di trovare il perfetto equilibrio dei sapori in piatti apparentemente semplici, ma in realtà frutto di un raffinato incontro fra materia prima, tradizione e innovazione. Una ricerca meticolosa, ostinata, difficile, spesso segnata da problemi economici, ma che gli ha insegnato che i sogni, quelli veri, non conoscono crisi. Oggi, a distanza di quindici anni, il «ragazzino delle montagne» ha sovvertito tutte le regole: il suo Reale, gestito con la sorella Cristiana, ha ottenuto tre stelle Michelin in pochissimo tempo, e lui, autodidatta, ha fondato una prestigiosa scuola di alta formazione per cuochi. In questo libro, Niko Romito racconta la passione e la filosofia che animano la sua sperimentazione in cucina, la sua personalissima cultura del gusto, i tanti sacrifici, le intuizioni e le cadute che lo hanno portato a compiere un’impresa che sembrava impossibile: raggiungere i vertici della gastronomia mondiale mantenendo le radici saldamente legate alla sua terra.