5 Marzo 2019

Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico

di Andrea Valiotto
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Dissertazioni

Massimo Di Tiro

Bompiani

Prezzo – 40,00

Pagine – 928


Di Massimo di Tiro si conoscono pochi dettagli biografici. Le fonti antiche, concordi nel ritenerlo ‘filosofo’ e ‘filosofo platonico’, affermano che le sue dissertazioni (διαλέξεις) o indagini filosofiche (φιλόσοφα ζητήματα e φιλοσοφούμενα) sono da ricondursi al suo primo soggiorno a Roma, al tempo dell’imperatore Commodo. Le quarantuno dissertazioni filosofiche di Massimo di Tiro offrono una visione privilegiata della cultura imperiale del secondo secolo, epoca in cui, dominante l’eleganza stilistica, anche la filosofia non disdegnava di dispiegare i propri contenuti mediante il bello stilo dello strumento retorico. Nello svolgimento dei temi, perlopiù platonici nell’ispirazione e orientati ad argomenti presenti al dibattito coevo, ma comunque non escludenti altre influenze filosofiche, Massimo di Tiro si mostra pensatore dalla non banale semplicità. Muovendosi fra filosofia e letteratura, fra Platone e Omero, egli calibra l’erudizione sul filtro di un’esigenza educativa di ampio respiro. Nel volume si presenta la prima traduzione italiana completa dal greco. Il commento critico, aggiornato al dibattito accademico internazionale, mira a mostrare come l’opera del pensatore meriti una rinnovata attenzione nell’ambito degli studi classici letterari e filosofici, giacché nel delineare il quadro culturale del tempo essa consente di meglio precisare alcuni non marginali aspetti del platonismo del secondo secolo.

 

Alfonso il Magnanimo

Giuseppe Caridi

Salerno editrice

Prezzo – 14,99

Pagine – 372


Succeduto nel 1416, all’età di 20 anni, al padre Ferdinando I al vertice della Corona d’Aragona, Alfonso V nel 1420 si recò a Napoli su richiesta della regina Giovanna II, che lo adottò e gli assicurò la successione al suo regno. Dopo tre anni, tuttavia, la volubile sovrana revocò l’adozione e il re d’Aragona ritornò in Spagna per risolvere i contrasti che nel frattempo erano insorti tra i suoi fratelli e il re di Castiglia, Giovanni II. Dopo la morte della regina Giovanna, partecipò contro Renato d’Angiò alla guerra di successione al trono di Napoli, che riuscì a conquistare nel 1442. Per consolidare quel trono Alfonso prese parte alle guerre che impegnarono i diversi potentati italiani, proseguendo tuttavia poi a combattere con la repubblica di Genova, i cui mercanti erano i principali concorrenti dei suoi sudditi catalani nel Mediterraneo. Napoli divenne di fatto la capitale dei domini di Alfonso che, grazie al mecenatismo con cui accolse gli uomini di cultura, fece della sua corte un importante centro del Rinascimento italiano. Per la sua liberalità gli umanisti gli attribuirono l’appellativo di Magnanimo.

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