26 Giugno 2018

Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico

di Andrea Valiotto
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LA GRANDE CONVERGENZA

Richard Baldwin

Il Mulino

Prezzo – 28,00

Pagine – 328


La «vecchia» globalizzazione, avvenuta nell’800, è stata il prodotto dell’energia del vapore e della pace internazionale: abbassandosi i costi del trasporto dei beni si è innescato un ciclo di agglomerazione industriale e di crescita che ha portato le nazioni ricche al dominio assoluto. È stata la «grande divergenza». La «nuova» globalizzazione della fine del ’900, guidata dalla tecnologia dell’informazione, ha reso conveniente per le imprese multinazionali trasferire nelle nazioni in via di sviluppo non solo il lavoro ad alta intensità di manodopera, ma anche le idee, il know-how di marketing, manageriale e tecnico. Alta tecnologia e bassi salari stanno così favorendo la rapida industrializzazione di una manciata di nazioni rimaste finora ai margini dell’economia, mentre si assiste alla simultanea deindustrializzazione delle nazioni sviluppate. È la «grande convergenza».

 

L’ARTE DI RIALZARSI

Salvatore Falzone

Marislio

Prezzo – 17,00

Pagine – 302


Diciannove anni, un tentato suicidio e quattro ricoveri psichiatrici alle spalle, Salvatore decide di ritirarsi definitivamente dal liceo, che ha tentato di riprendere più volte senza successo. Prima era uno studente modello, con voti eccellenti in tutte le materie, ora non fa che dubitare di tutto, paralizzato tra il desiderio di morire – ma la morte lo terrorizza – e il desiderio di vivere per diventare famoso ora e subito – la fama postuma non gli interessa. Come dice sempre il suo psichiatra, Salvatore scappa dai problemi come uno struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia. E allora Salvatore scappa ancora una volta, passa le vacanze di Natale a Roma da sua nonna e i suoi zii, sperando in realtà di potersi costruire una nuova vita lì. Quando ci era stato l’anno precedente, si era sentito così bene che non voleva più tornare a casa, dove il rapporto conflittuale con la madre lo schiaccia. Una volta a Roma, però, nota che i suoi parenti sono cambiati e lui, che è rimasto lo stesso, si sente un peso.  E Salvatore cade, ma questa caduta è più dura di tutte le altre. Tornato ad Alessandria prima del previsto, la depressione che ricomincia a piegare i rami degli alberi, capisce di avere solo due opzioni: rialzarsi o morire.

 

IL GIOCO

Carlo D’Amicis

Mondadori

Prezzo – 20,00

Pagine – 528


La cosa più affascinante del sesso non è il sesso, ma tutto ciò che gli ruota attorno: in una sola parola, la vita. È per questo che Leonardo, Eva e Giorgio, dovendo parlare di sesso, raccontano le rispettive esistenze (audaci e innocenti allo stesso tempo) a un intervistatore che vorrebbe scrivere un libro sul piacere, e che invece si ritrova in continuazione a fare i conti con il loro dolore. Del resto, nel gioco erotico, tutto è così terribilmente intrecciato: non solo il piacere e il dolore, ma anche la trasgressione e le regole, la libertà e il possesso, l’eccitazione e la noia, l’io e la maschera. Quelle che i nostri eroi indossano in questo romanzo corrispondono ai tre ruoli chiave del gioco: Leonardo (nome in codice: Mister Wolf) è il bull, maschio alfa che applica al sesso seriale la disciplina e la meticolosità degli antichi samurai, Eva (la First Lady) è la sweet, regina e schiava del desiderio maschile, Giorgio (il Presidente) è il cuckold, tradito consenziente che sguazza nella sua impotenza ma non rinuncerebbe mai a manovrare i fili. Insieme formano il triangolo più classico e scabroso dell’intera geometria erotica, quello in cui l’ossessione maschile di possedere e offrire l’oggetto del proprio desiderio s’incastra con l’aspirazione della donna ad appartenere, finalmente, solo a se stessa. Recitano dei ruoli, Mister Wolf, la First Lady e il Presidente. Ma quanto più il corpo è il loro abito di scena, tanto più la loro anima si denuda, rivelando ai nostri occhi l’umanità struggente, tenera, e talvolta esilarante, di tre protagonisti fuori dagli schemi, eppure così simili a ciascuno di noi. Con straordinaria finezza e altissima qualità letteraria, Carlo D’Amicis dà vita a un intreccio ironico e tragico, morboso e lieve, costruito su un trio di personaggi indimenticabili.

 

IL PURGATORIO DELL’ANGELO

Maurizio de Giovanni

Einaudi

Prezzo – 19,00

Pagine – 328


È maggio, e la città si risveglia per avviarsi verso la stagione piú bella. Eppure il male non si concede pause. Su una lingua di tufo che si allunga nel mare di Posillipo viene trovato il cadavere di un anziano prete. Qualcuno lo ha barbaramente ucciso. È inspiegabile, perché padre Angelo, la vittima, era amato da tutti. Un santo, dicono. Un fine teologo, un uomo che nella vita ha donato conforto a tante persone. Un confessore. È maggio, e anche se il sole e la luna sono un incanto, Ricciardi è piú inquieto che mai. Lui ed Enrica hanno cominciato a incontrarsi, ma il commissario non può continuare a nasconderle la propria natura, il segreto che a lungo lo ha tenuto lontano da lei. È maggio, e i rapinatori sembrano diventati cosí abili che il brigadiere Maione rischia di perdere la testa nel tentativo di catturarli. Forse perché sente profonda la mancanza di Luca, il figlio morto, e vorrebbe spiegarlo alla moglie. Ma non è bravo con le parole. È maggio, è tempo di confessioni.

 

IL MERCANTE DI CORALLI

Joseph Roth

Adelphi

Prezzo – 12,00

Pagine – 244


Fra i grandi scrittori del Novecento, Joseph Roth è quello che più pervicacemente ha saputo tener fede alla figura del narratore. Raccontare storie disparate, intesserle, farle risuonare l’una con l’altra, fare dei propri racconti «una grande casa con molte porte e molte stanze per molte specie di uomini»: questo è il sogno che Roth perseguì in tutta la sua vita di scrittore. E lo riconosciamo subito leggendo queste narrazioni, sparse nell’arco di più di vent’anni, chiuse alcune nella misura essenziale dell’apologo, dove avvertiamo ogni volta di muoverci all’interno di un unico, ma quanto mai vasto e variegato mondo. Molte sono le vie che Roth tenta, e più di una volta si può dire che esse conducano alla terra della perfezione, come nel caso almeno del Capostazione Fallmerayer, della Leggenda del santo bevitore e del Leviatano.

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