17 Ottobre 2016

La prudenza investigativa non giustifica il sequestro per equivalente

di Luigi Ferrajoli
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Con la sentenza n. 35330 del 21 giugno 2016, depositata il successivo 23 agosto, la Terza Sezione penale della Corte di Cassazione si è pronunciata in materia di misure cautelari statuendo che il sequestro preventivo per equivalente non può essere applicato in luogo del sequestro preventivo finalizzato a confisca diretta del profitto per ragioni di mera prudenza investigativa.

Nel caso specifico, il GIP del Tribunale di Pesaro, previa richiesta del Procuratore della Repubblica, aveva disposto il sequestro preventivo per equivalente fino alla somma di euro 3.982.485 nei confronti dell’amministratore di fatto di un’associazione e di una società a responsabilità limitata dichiarata fallita, in quanto indagato per il reato di omesso versamento di ritenute certificate previsto dall’articolo 10-bis del D.Lgs. 74/2000.

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