Quadro RW semplificato per i dossier titoli
di Nicola FasanoIl possesso di conti correnti all’estero frequentemente porta in dote il connesso dossier titoli che complica non poco la compilazione dell’RW e dei connessi quadri reddituali.
Alcune banche (soprattutto svizzere e monegasche) si sono attrezzate e danno al cliente già report “semilavorati” che poi andranno trasfusi nella dichiarazione dei redditi (previa verifica di massima sui dati indicati, sempre consigliabile).
Negli altri casi spetta al contribuente (o meglio al consulente) procedere alla compilazione sia ai fini patrimoniali che reddituali.
In sede di risposta a Telefisco 2016, l’Agenzia delle Entrate ha ammesso la possibilità di compilare in modo semplificato l’RW in presenza di dossier titoli monitorando solo il relativo valore iniziale e quello finale complessivo, evitando in sostanza di rilevare acquisti e vendite di ciascun titolo detenuto all’interno del dossier.
L’orientamento è stato confermato dalla circolare AdE 12/E/2016, par. 14, seppur viene comunque richiesto al contribuente di conservare un prospetto riepilogativo redatto con i criteri analitici delineati dalla circolare AdE 38/E/2013, il che, evidentemente, sembra svilire la portata pratica della semplificazione, tenuto conto che spesso tali portafogli sono spesso molto movimentati nel corso dell’anno, a volte anche con centinaia di operazioni di investimento e disinvestimento che riguardano i diversi prodotti finanziari presenti nella relazione.
La circolare AdE 12/E/2016, peraltro, precisa che nel caso in cui nel corso dell’anno vi sia un nuovo apporto di capitale (come ad esempio in caso di versamento contanti o di conferimento titoli), questo fa scattare ulteriori obblighi di monitoraggio nel senso che:
- si dovrà indicare in un rigo il valore iniziale e il valore finale di detenzione immediatamente antecedente al momento dell’apporto;
- in un nuovo rigo, successivamente, si dovrà indicare il valore iniziale di detenzione successivo al momento dell’apporto e il valore finale.
A partire da quest’anno, peraltro, per individuare in modo univoco i dossier titoli esteri è stato istituito l’apposito codice 20 “conto deposito titoli all’estero” (mentre lo scorso anno era stato utilizzato il codice residuale 14 “altre attività estere di natura finanziaria”).
L’Agenzia delle Entrate, peraltro, nella citata circolare richiama spesso il concetto di “relazione finanziaria” e dunque sembra ammettere la compilazione “unificata” sia per il dossier titoli che per i conti correnti di appoggio (per i quali ordinariamente valgono regole di compilazione diverse, dovendosi indicare la giacenza media degli stessi, anche ai fini Ivafe visto che si applica per ciascun conto l’imposta fissa di 34 euro).
Va ricordato, da ultimo, che la suddetta semplificazione, in ogni caso, non riguarda gli aspetti reddituali. Ai fini delle imposte, in sostanza, è pur sempre necessario calcolare in modo analitico i redditi (dividendi, interessi, capital gain e altri redditi di natura finanziaria che possono rientrare nell’ambito dei redditi di capitale di cui all’articolo 44 Tuir o dei redditi diversi di cui all’articolo 67 Tuir) prodotti dai titoli presenti nel dossier applicando le rispettive regole di determinazione.