19 Dicembre 2023

Quale tipo di holding scegliere?

di Ennio Vial
Scarica in PDF
La scheda di FISCOPRATICO

Nella scelta della holding sono molti i fattori che devono essere presi in considerazione. La holding è una società, per cui si apre una vasta gamma di scelta che va dalla società semplice alla società in accomandita per azioni, passando per le società di persone commerciale e le altre società di capitali.

L’aspetto fiscale è, sicuramente, rilevante, ma non è certo l’unico da considerare. Le società di persone, in generale, offrono una soluzione snella che garantisce la riservatezza, in quanto non sono tenute a redigere il bilancio civilistico. Un ulteriore loro aspetto di interesse è rappresentato sicuramente dalla impignorabilità delle quote.

Sotto il profilo fiscale, la holding deve essere valutata sia in relazione alla percezione dei dividendi e delle plusvalenze, sia in relazione alla fiscalità connessa alla sua creazione.

Sotto questo ultimo punto di vista, è impossibile fare delle valutazioni preventive in quanto le modalità di creazione della holding potrebbero essere molteplici. La stessa, infatti, potrebbe nascere attraverso un leverage di famiglia. In questo caso, ipotizzando che la stessa venga costituita dai figli per acquistare quote dai propri genitori (che, generalmente le avranno rivalutate), la soluzione della società di persone può risultare sicuramente interessante, in quanto evita a monte il problema di una possibile contestazione di cash by out. Ciò per l’evidente motivo che la holding pagherebbe il debito verso i cedenti genitori con denaro che, derivando da dividendi pagati dalla società target, avrebbe già scontato tassazione per trasparenza in capo ai soci figli.

La holding società di persone, inoltre, potrebbe nascere non tanto da un’operazione di conferimento di partecipazione, quanto da una scissione mediante scorporo.

Quando si valuta il tipo di holding da scegliere fa capolino anche il trust.

Si tratta, ad ogni buon conto, di una soluzione non paragonabile, in quanto lo stesso comporta lo spossessamento del patrimonio e l’affidamento del ruolo di proprietario ad un altro soggetto, ancorché semplicemente ai fini della gestione e non del godimento.

A prescindere dal tipo di holding scelto, la tassazione dei dividendi risulta sostanzialmente omogenea.

Ipotizzando il caso del socio persona fisica, infatti, i dividendi distribuiti dalla holding società di capitali sconteranno la tassazione alla fonte del 26%. Diversamente, se la holding è una società di persone commerciale, i dividendi risulterebbero tassati in capo al socio sin dal momento della percezione degli stessi in capo alla holding stessa. In questo caso, però, in luogo della tassazione sostitutiva del 26% si applicherebbe la tassazione progressiva Irpef sul 58,14% dell’ammontare dei dividendi stessi. Ovviamente, per gli utili maturati in periodi pregressi potrebbe operare ancora la tassazione sul 40% o 49,72%.

La tassazione dei dividendi in presenza di un socio trust, infine, risulta una questione molto più articolata.

Innanzitutto, si deve verificare se il trust è qualificato come ente commerciale o ente non commerciale.

La seconda casistica è decisamente quella più frequente. In questo caso il dividendo concorrerà a tassazione Ires in capo al trust sul 100% del suo ammontare o per il 77,74% se maturato entro il 2016. La circolare n. 34/E/2022 ha statuito, al riguardo, che una ulteriore tassazione di questi redditi in capo al beneficiario, oltre a non sussistere, risulterebbe addirittura ingiusta.

Nella rara ipotesi in cui il trust ente non commerciale fosse trasparente, il dividendo sconterebbe la tassazione progressiva Irpef in capo al beneficiario in luogo della tassazione Ires in capo al trust. In questo caso, si creerebbe un fenomeno distorsivo generalmente svantaggioso per i beneficiari stessi.