Questioni fiscali nella trasformazione di srl unipersonale in ditta individuale
di Sandro Cerato - Direttore Scientifico del Centro Studi TributariNella prassi operativa, si pongono non pochi dubbi in merito all’operazione di trasformazione di una srl unipersonale in ditta individuale, in particolare per quanto riguarda l’eventuale emersione di plusvalori imponibili ai fini delle imposte dirette. La questione non è pacifica, ma prima di analizzare il tema sotto il profilo fiscale, è necessario premettere che, dal punto di vista civilistico, l’operazione è stata “sdoganata” da parte del Notariato (Studio n. 545-2014/T), secondo cui poiché il legislatore non fornisce una definizione di trasformazione, dovrebbero rientrare in tale ambito tutte quelle operazioni che presentino caratteristiche compatibili con quelle previste dal codice civile.
Pertanto, qualora al momento della trasformazione non venga meno l’azienda, quale complesso di beni organizzati per lo svolgimento di un’attività d’impresa, si conclude per l’ammissibilità di tale operazione. Tuttavia, allo scopo di tutelare i creditori sociali, si ritiene applicabile, al caso di specie, l’articolo 2500-novies cod. civ. in tema di trasformazione eterogenea, con la conseguenza che:
- la trasformazione ha effetto dopo 60 giorni dall’iscrizione al Registro Imprese, salvo che consti il consenso dei creditori o il pagamento di coloro che non hanno dato il consenso;
- i creditori possono, nel suddetto termine dei 60 giorni, fare opposizione.
Sul fronte della fiscalità diretta, prendendo atto che non risultano posizioni ufficiali da parte dell’Agenzia delle entrate, pare corretto aderire alla tesi, sostenuta da parte della dottrina, in base alla quale, trattandosi di una trasformazione eterogenea, si rende applicabile l’articolo 171, Tuir, secondo cui, in tale tipo di trasformazione, poiché i beni escono dal ciclo dell’impresa per affluire in un ente non commerciale, si realizzano plusvalori in base al valore normale dei beni compresi nell’azienda, a meno che gli stessi “non siano confluiti nell’azienda o complesso aziendale dell’ente stesso”.
Quest’ultima eccezione si realizza nell’ipotesi di trasformazione eterogenea della società di capitali in comunione d’azienda, in cui è garantita la neutralità fiscale dell’operazione in funzione del fatto che l’azienda, in precedenza esercitata sotto forma di società, continua ad esercitarsi in forma di comunione tra gli ex soci. Pur non essendo espressamente contemplata la fattispecie di trasformazione di srl unipersonale in ditta individuale, la previsione della trasformazione in neutralità fiscale della società di capitali pluripersonale in comunione d’azienda dovrebbe consentire, a maggiore ragione, la stessa neutralità, anche quando il punto di partenza è la srl unipersonale che si trasforma (necessariamente) in ditta individuale.
È evidente che l’articolo 171, Tuir, trova la sua naturale applicazione nell’ipotesi di trasformazioni eterogenee di società con più soci, ma la medesima neutralità dovrebbe trovare applicazione tutte le volte in cui l’azienda continua ad essere esercitata anche da parte di un solo soggetto. La circostanza che, a differenza di quanto accade per la “trasformazione” della società di persone rimasta con unico socio in ditta individuale in cui l’operazione è obbligata per evitare lo scioglimento allo scadere dei sei mesi, si tratti di un’operazione volontaria non dovrebbe assumere alcuna importanza, in quanto ciò che rileva è che il socio continui la propria attività d’impresa, mantenendo inalterati i valori dei beni aziendali.
D’altro canto, anche nell’ipotesi di “trasformazione” della società di persone rimasta con unico socio in ditta individuale può avvenire in neutralità fiscale, anche qualora si proceda prima dello scadere dei 6 mesi, nel qual caso si tratterebbe di un’operazione volontaria, al pari di quanto accade nell’ipotesi di trasformazione di srl unipersonale in ditta individuale.