Sciare sul vulcano nelle Dolomiti
di Chicco RossiMa sarà mai possibile sciare su un vulcano?
Certo che sì, basta andare sull’Etna, anche se, comunicato di ieri, al momento gli impianti sono chiusi per mancanza di neve.
Ma la nostra destinazione sono le Dolomiti e precisamente la Val di Fassa, valle che ha dato i natali a sciatori del calibro di Stefano Gross, neovincitore del suo primo speciale in coppa ad Adelboden e dell’inarrivabile Toni Valeruz (guardare la discesa del Canalone Neri please), per la precisione Pozza.
Imboccata l’uscita di Egna – Ora la strada dopo aver tagliato il paese di La Villa inizia a inerpicarsi e se a qualcuno l’altitudine mette sin da subito fame, dopo circa 10 minuti è possibile fermarsi al ristorante dell’hotel Tenz dove oltre a una grande wiener schnitzel preparata ad arte, per i più piccoli è possibile passeggiando per i corridoi imbattersi in un orso. Provare per credere. In caso contrario, per quelli che carburano più lentamente più avanti è sempre possibile sostare alla leggendaria Pausa e ordinare canederli in brodo.
Ma per i più temerari il consiglio è quello di tenere duro fino a Cavalese o per meglio dire Daiano con destinazione Tito speck dove è possibile prima di tutto mangiare e poi acquistare. Qui c’è l’imbarazzo della scelta, si passa dal classico speck, vanto della casa, prodotto con le parti scelte del cosciotto di maiale. Si ottiene da un’affumicatura leggera e una stagionatura media di 7 mesi. Non può mancare la concia, ossia il trattamento con aromi naturali e spezie, segreto di famiglia, alla versione carrè che altro non è che la lonza suina.
Per quelli che ritengono un delitto mangiare grasso ecco che allora è pronto lo speck di fesa ottenuto dalla parte più magra della coscia posteriore del maiale, salata e affumicata con il ginepro fresco o lo speck cotto a vapore. Ovviamente non possono mancare i cacciatori nostrani e di selvaggina, ma per questi l’acquisto può essere rimandato al post sciata in quel di Pozza.
Per chi volesse ammirare il bellissimo centro storico di Cavalese è sempre possibile seguire la vecchia strada, mentre per chi non vede l’ora di mettere gli sci ai piedi la nuova strada, perfettamente tenuta e che taglia anche i centri abitati di Predazzo e di Moena, evitando la tentazione di deviare verso Malga Panna, porta velocemente fino a Pozza ubicata nel cuore della valle.
Qui, proseguendo verso la Val San Nicolò, si arriva alla partenza della telecabina del Buffaure da dove parte la ricerca del vulcano da sciare.
Plus è la possibilità, per chi ha figli con un’età compresa fino a 8 anni di poter comprare due skipass per l’intero comprensorio fassano e quindi poter sciare anche al Ciampac e al Belvedere, per l’importo ridotto di 40 euro.
Il nuovo e comodissimo impianto di risalita ci porta in un batter d’occhio fino all’arrivo da dove è possibile ammirare estasiati uno dei panorami più belli del mondo che va dalle Cime della Vallaccia con la loro classica forcella da gustarsi in neve fresca, alla Val Monzoni del mitico Nello fino a estendere la vista fino al Gruppo del Catinaccio, il Latemar e il versante meridionale del Sassolungo.
Si tiene il Rifugio Buffaure sulla sinistra e poi curvando a destra, dopo un breve tratto, vi è uno snodo dove imboccando la destra si inizia a sciare sul vulcano, si, perché questo è il nome della nuova splendida pista nera da gustarsi tutto di un fiato, con i suoi splendidi scroci su Pozza e la vallata sottostante, per poi ricongiungersi alla partenza della tela telecabina.
Per i meno esperti è sempre possibile, invece di imboccare la variante a destra della pista, andando a sinistra si percorre una incantevole pista rossa, immersa nei boschi di larice che anch’essa arriva fino alla partenza della telecabina dopo un bel falsopiano che costeggia Malga Crocifisso.
Insomma, un paradiso dove bruciare le giuste energie e avere la coscienza a posto per la cena.
Ma prima di cena si può sempre passeggiare per la deliziosa Pozza fermandosi a fare un aperitivo nella piazzetta o curiosando tra le antichità esposte da “Mizacole e antichità” dove Chicco Rossi qualcosa ha comprato o andando nella mitica macelleria Carpano e fare shopping di salumi di cacciagione.
E la sera? Destinazione Do Vea ai vecchi impianti sportivi dove da quest’anno è disponibile una pista di pattinaggio sul ghiaccio.
L’esterno non è un gran che, ma appena si apre la porta si viene calati in una vecchia stube perfettamente riprodotta utilizzando legno originale.
Qui, ci si può sbizzarrire tra menù a base di pesce e a base di carne, con la certezza della bontà e genuinità garantite dalla gestione sarda che comporta, ma non è un male, la presenza obbligatoria di pane carasau. Le porzioni sono generose e quindi meglio non pensare a un menù completo. Chicco Rossi ordina solitamente un delicatissimo filetto cotto al sangue e soprattutto a vista nel camino che domina un lato del locale. Per il vino scegliamo tra quelli di Franz Haas, così, se passa l’esame, al ritorno possiamo fermarci a Montagna e comprarlo direttamente da lui. La scelta cade sull’Istante, un taglio bordolese uscito per la prima volta nel ’97 e il cui nome deriva dal fatto che la composizione del blend varia in sede di assemblaggio e quindi viene determinata e decisa all’istante. Le uve sono il cabernet sauvignon, il petit verdot e, in piccola percentuale cabernet franc e merlot.
Dal colore rosso granata intenso, all’olfatto si presenta con sentori di bacche nere, fichi e datteri e con note di tè verde e corteccia. Al palato morbido e delicato e sorprendente per la stratificazione, eleganza e finezza, nonché per la complessità dei tannini.
Perfetto per un filetto alla brace ma anche per un medaglione o un carré di cervo.
La sosta a Montagna è d’obbligo…