Seguendo i possedimenti papali
di Chicco RossiIl nostro percorso questa settimana inizia da quella che fu un’antica sede papale, teatro di eventi storici di indubbia valenza, per arrivare sin sulle rive di un lago ed assaporare il gusto di un posto che trasuda storia solo a vedersi.
Viterbo ha origini antichissime, se è vero che il suo nome pare derivare dal latino Vetus Urbs, e rappresenta il CLASSICO esempio di città italiana in cui è possibile ammirare l’evoluzione storica per mezzo di monumenti tutt’ora conservati.
Viterbo divide con Anagni la nomea di Città dei Papi, per due motivazioni:
- la prima, essere stata Sede Pontificia nel XIII secolo e per essere più precisi a partire dal 1257 per effetto della decisione di Papa Alessandro IV;
- la seconda, avere dato i natali a ben quattro Pontefici: Innocenzo III, lo stesso Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII.
La presenza pontificia si nota nella bellissima piazza su cui si affaccia il palazzo papale, a cui si accede passeggiando per strette vie delimitate da palazzi con splendide finestre a bifora.
Dopo la passeggiata culturale, è consigliabile una visita all’“infernale” Bullicame di memoria dantesca (“Tacendo divenimmo la ‘ve spiccia fuor della selva un picciol fiumicello, lo cui rossore ancor mi raccapriccia. Quale del Bullicame esce ruscello…”) per una rilassante sosta alle terme.
A questo punto, è d’obbligo un assaggio della famosa acquacotta a base di pane raffermo, di indubbia influenza maremmana (in fin dei conti siamo quasi al confine tra Lazio e Toscana), impreziosita dalla nepetella, mentuccia fresca selvatica. E cosa c’è di meglio di un bicchiere fresco di Est Est Est, leggendario vino bianco, la cui fama è dovuta al vescovo Johannes Defuk che, accompagnando Enrico V di Germania verso la sua incoronazione a Imperatore del Sacro Romano Impero, mandò in avanscoperta alla ricerca di un buon calice il suo coppiere? L’accordo era di scrivere “est”, cioè c’è, sulla porta dell’osteria dove si trovava il buon vino; ed ecco che, arrivato a Montefiascone, il coppiere restò così affascinato da questo vino dal colore giallo paglierino con sentori erbacei, che non poté in altro modo comunicarne la qualità eccezionale. Decise quindi di ripetere per tre volte il segnale convenuto e di rafforzare il messaggio con ben sei punti esclamativi: Est! Est!! Est!!!
È giunto il momento di proseguire il nostro cammino, direzione Sutri, seguendo la Via Francigena, di petrarchesca memoria, per visitare quel che resta dell’anfiteatro romano e della necropoli etrusca: ma la vera meta di mezzo del nostro percorso è Nepi, ai molti sconosciuta, ma il cui stesso nome, che dovrebbe derivare da Nepet o Nepete, la cui traduzione in etrusco è “acqua” tradisce il motivo della nostra visita.
Ebbene è vero: a Nepi è possibile degustare una delle migliori acque effervescenti naturali d’Italia, purtroppo di non larghissima diffusione, ma che il vostro Chicco Rossi nei suoi viaggi romani non perde mai occasione di degustare.
Ma Nepi non vuol dire soltanto “acqua”, perché sedendoci per un breve spuntino ci viene offerto il re della norcineria nepesina: il salame cotto, insieme alla sua regina: la scapicollata, il tutto accompagnato da un gagliardo pecorino romano (peccato che non ci siano le fave!).
A questo punto, con il tramonto che inizia a intravedersi, non ci resta che sperare di riuscire ad arrivare in tempo per vedere il sole che va a dormire, in una di quelle serate che assomigliano tanto a una “autunnata romana” dal clima dolce, incantati e intimoriti dalla possenza di castello Odescalchi, simbolo di potere di un passato che mantiene tutto il suo fascino e sede di matrimoni ridondanti di glamour.
Ed infine, non resta che concludere la serata assaggiando un buon coregone arrosto o fatto ai ferri, accompagnato da un ottimo Grechetto in purezza, il vino Poggio Triale, prodotto dall’azienda Agricola “Tenuta La Pazzaglia” di Castiglione in Teverina, e vincitrice del IV premio Laghidivini che si tiene proprio nel mese di giugno a Bracciano e che vede protagonisti produttori provenienti da tutta Italia.