Plafond Iva a scelta dell’esportatore abituale

Gli esportatori abituali sono soggetti che svolgono in maniera significativa un’attività rivolta verso operatori esteri e, in conseguenza, si trovano fisiologicamente a “soffrire” uno sbilanciamento finanziario. Per evitare tali conseguenze possono avvalersi del plafond. Al fine di approfondire i diversi aspetti della materia, è stata pubblicata in Evolution, nella sezione “Iva”, una apposita Scheda di…

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Ritrattazione e revoca della dichiarazione d’intento

In un precedente intervento è stato messo in luce che le operazioni detassate ai sensi dell’articolo 8, comma 1, lett. c), D.P.R. 633/1972, a differenza di quelle delle precedenti lettere a) e b), “nascono” imponibili per diventare non imponibili a seguito della consegna al cedente/prestatore della dichiarazione d’intento unitamente alla ricevuta di presentazione rilasciata dall’Agenzia…

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Sanzione proporzionale per l’esportatore abituale privo di plafond

L’istituto del plafond rappresenta una deroga rispetto all’ordinario sistema dell’Iva, rispondendo all’esigenza di evitare che determinate categorie di operatori economici, che effettuano un notevole volume di cessioni all’esportazione, si trovino gravati da un consistente credito d’imposta nei confronti dell’Erario. Il plafond, di cui all’articolo 8, comma 2, D.P.R. 633/1972, individua il limite quantitativo entro il…

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Esportazioni per finalità umanitarie escluse dal plafond Iva

La L. 167/2017 (Legge europea 2017), con effetto dal 12 dicembre 2017, ha ripristinato l’applicazione del regime di non imponibilità Iva di cui all’articolo 8 D.P.R. 633/1972 per le cessioni all’esportazione di beni a cura delle Amministrazioni pubbliche e dei soggetti della cooperazione allo sviluppo, in precedenza detassate ai sensi dell’articolo 8-bis D.P.R. 633/1972. L’intenzione…

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Spese di formazione professionali: nuove regole, nuovi dubbi

La L. 81/2017 (il cd. Jobs Act del lavoro autonomo), recante “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”, ha introdotto nuove disposizioni relative alla deducibilità dal reddito di lavoro autonomo delle spese di formazione. Per effetto delle modifiche,…

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Volume d’affari “rettificato” per l’esportatore abituale

L’articolo 8, comma 1, lett. c), D.P.R. 633/1972, ed il comma 2 dello stesso articolo, permettono, a particolari categorie di soggetti (c.d. esportatori abituali), di acquistare e importare beni e servizi evitando l’assoggettamento ad imposta. In particolare, in virtù di quanto prescritto dall’articolo 8, comma 1, lett. c, del D.P.R. 633/1972, gli operatori economici che…

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Spese di rappresentanza “più” deducibili

Con la soppressione dell’area straordinaria del conto economico si incrementa il plafond delle spese di rappresentanza deducibili, poiché i componenti straordinari positivi di reddito sono collocati in gran parte nella voce A.5 del conto economico. È bene ricordare, in linea generale, che le spese di rappresentanza sono deducibili nel periodo d’imposta di sostenimento se rispondenti…

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Il plafond IVA per i servizi internazionali

L’articolo 9, comma 2, del D.P.R. n. 633/1972 stabilisce che “le disposizioni del secondo e terzo comma dell’articolo 8 si applicano con riferimento all’ammontare complessivo dei corrispettivi delle operazioni indicate nel precedente comma, anche per gli acquisti di beni, diversi dai fabbricati e dalle aree edificabili e di servizi fatti dai soggetti che effettuano le…

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Note di variazione e plafond Iva

Per l’esportatore abituale che ha verificato il relativo status, il limite di acquisti che possono essere effettuati senza applicazione dell’Iva è pari all’ammontare delle operazioni che rilevano ai fini dello status di esportatore abituale (ossia cessioni all’esportazione, cessioni intracomunitarie ed operazioni assimilate, servizi internazionali o connessi agli scambi internazionali) registrate nell’anno solare precedente. Ai fini…

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Reverse charge e non imponibilità per gli esportatori abituali

Può accadere che una società venda normalmente due differenti tipologie di beni o servizi, di cui una soggetta a reverse charge e l’altra al regime Iva ordinario. Se il cliente consegna alla società la dichiarazione d’intento, corredata dalla ricevuta di presentazione all’Agenzia delle Entrate, si pone il problema di come debbano essere trattate le operazioni…

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