15 Marzo 2017

Università non statali: invariati gli importi detraibili

di Raffaele Pellino
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Con la recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del D.M. 993/2016, il MIUR ha individuato, per l’anno 2016, la spesa massima detraibile per l’iscrizione ai corsi di laurea e post-laurea delle università “non statali”.

Nello specifico, restano confermati gli importi stabiliti per l’anno 2015 dal decreto 288/2016.

Si ricorda che sono intervenuti sul tema dapprima la Legge 107/2015, che ha riformulato l’articolo 15, comma 1, lett. e) del Tuir, e successivamente la legge di Stabilità 2016 (articolo 1 comma 954 lett. b) della L. 208/2015). Per effetto di tali interventi la disposizione normativa è ora formulata come segue:

Dall’imposta lorda si detrae un importo pari al 19 per cento dei seguenti oneri sostenuti dal contribuente, se non deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formare il reddito complessivo:

e) le spese per la frequenza di corsi di istruzione universitaria presso università statali e non statali, in misura non superiore, per le università non statali, a quella stabilita annualmente per ciascuna facoltà universitaria con decreto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca da emanare entro il 31 dicembre, tenuto conto degli importi medi delle tasse e contributi dovuti alle università statali”.

Dal tenore letterale della norma consegue, quindi, che le spese sostenute per la frequenza di:

  • università statali: sono detraibili, per l’intero importo corrisposto, nella misura del 19%;
  • università non statali: sono detraibili (19%) in misura “non superiore” a quanto stabilito annualmente dal MIUR, tenuto conto degli importi medi delle tasse e contributi dovuti alle università statali.

Spesa detraibile per università non statali

Come anticipato, con il decreto 993/2016 il MIUR ha individuato, per l’anno 2016, l’importo massimo della detrazione spettante laddove si frequenti una università “non statale”. A tal fine, l’importo è diversificato in relazione all’area disciplinare di afferenza del corso di studi e della regione in cui ha sede l’Ateneo.

Area disciplinare Nord Centro Sud e isole
Medica € 3.700 € 2.900 € 1.800
Sanitaria € 2.600 € 2.200 € 1.600
Scientifico-Tecnologica € 3.500 € 2.400 € 1.600
Umanistico-sociale € 2.800 € 2.300 € 1.500

Ulteriori limiti interessano gli studenti iscritti ai corsi di dottorato, di specializzazione e ai master universitari di primo e secondo livello.

Spesa massima detraibile Nord Centro Sud e isole
Corsi di dottorato, di specializzazione e master universitari di primo e di secondo livello € 3.700 € 2.900 € 1.800

Agli importi su indicati va sommato, l’importo della tassa regionale per il diritto allo studio (L. 549/1995).

Si fa presente che rientrano tra le spese detraibili le tasse di immatricolazione e di iscrizione (anche se riferibili all’iscrizione ad anni fuori corso o a corsi di perfezionamento/specializzazione), nonché le soprattasse per esami di profitto e di laurea. Al fine di “dimostrare” il sostenimento delle suddette spese sarà necessario conservare i bollettini bancari o postali ovvero la ricevuta/quietanza di pagamento.

 

Casi particolari

Si rammenta che con la circolare 18/E/2016 l’Agenzia delle Entrate ha precisato quanto segue:

  • ai fini della detrazione delle spese per frequenza all’estero di corsi universitari, occorre fare riferimento all’importo massimo stabilito per la frequenza di corsi di istruzione appartenenti alla medesima area disciplinare e alla zona geografica in cui ricade il domicilio fiscale del contribuente;
  • le spese sostenute per la frequenza di corsi di laurea in teologia presso le università Pontificie sono detraibili nella misura stabilita per corsi di istruzione appartenenti all’area disciplinare “Umanistico – sociale”. Per quanto concerne la zona geografica di riferimento si ritiene, per motivi di semplificazione, che questa debba essere individuata nella regione in cui si svolge il corso di studi anche nel caso in cui il corso sia tenuto presso lo Stato Città del Vaticano.
  • le spese per i corsi di laurea svolti dalle Università telematiche possono essere detratte, al pari di quelle per la frequenza di altre università “non statali”, facendo riferimento all’area tematica del corso e, per l’individuazione del limite geografico, alla regione in cui vi è la sede legale dell’Università.
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